Dare conto dell'arte di un drammaturgo è lavoro difficile certo, come quello di chi costruisce gli argini ad un fiume che scorre al mare, ed i suoi mattoni sono le parole che organizzano e restituiscono senso al tumulto delle emozioni che vanno man mano a placarsi. Diverso e quasi impossibile mettersi di fronte all'arte di un attore, e ancor più di una attrice, che è materia di natura aerea come il vento che improvviso soffia dalle quinte e si disperde, non senza avere mosso i nostri sensi e i nostri pensieri, in una platea affollata, e che, se gli costruisci attorno degli argini, gli argini delle nostre parole, rischia di cadere, scomparire e infine morire. Ancor più per questo il libro di Laura Mariani è apprezzabile, tanto più quanto più non si arrende alla difficoltà di dire e descrivere e quanto più riesce con pazienza ad intercettare non solo i significati ma soprattutto i sentimenti profondi, così li chiamo, dell'arte di Ermanna Montanari, a partire anche dagli argini robusti di quel fiume ormai in piena pianura e talora maestoso che sono il Teatro delle Albe e l'arte di Marco Martinelli, che soprattutto con lei lo ha indissolubilmente fondato e formato. Non mi soffermerò su quanto scrive la Mariani, non volendo rischiare di coprire parole con parole, ma solo sulla non consueta occasione che questo suo libro dà a noi di avvicinarci all'arte misteriosa della recitazione, nella sua genesi anche significativamente biografica e nella sua eterna contingenza e infine nella sua pericolosa vicinanza con la morte che tutti i grandi attori sentono, con passione ma anche con una concretezza coerente con la natura materica, corporea e sonora che questa arte ha man mano assunto in Ermanna Montanari. Un bel libro, oltre la dimensione storica che della dimensione estetica riesce a far veicolo di sentimenti presenti.
Maria Dolores Pesce
Ermanna Montanari. Fare disfare rifare nel teatro delle Albe
di Laura Mariani
Titivillus 2012
Pagg. 352 € 23,00
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