La ventitreesima edizione del Festival Hystrio ha chiuso i battenti domenica 23 giugno con un successo di pubblico davvero tangibile. Il foyer del Teatro Elfo Puccini di Milano (corso Buenos Aires 33), gremito di folla, ha saputo unire le varie anime di questo festival ricchissimo di proposte. Il premio per la fotografia di scena (Premio Hystrio Occhi di Scena),
con le opere finaliste in mostra nel salone di ingresso, lascia spazio alle chiacchiere con gli autori e gli attori, in un crocevia di teatranti, pubblico, curiosi e addetti ai lavori. Con serata finale domenica sera, consegna dei premi, applausi e consacrazione del bel teatro sperimentale di qualità.
Nonostante Hystrio abbia una consolidata storia alle spalle, collegata a doppio filo all’omonimo e notissimo trimestrale, riesce a mantenere quella sua verve giovane e leggera, alternando i piccoli gioielli della sezione di drammaturgia di giovani talenti a grandi nomi della regia e della recitazione.
Al primo gruppo appartiene la lettura scenica del testo J.T.B. di Lorenzo Garozzo, vincitore del Premio Hystrio-Scritture di Scena (regia di Sabrina Sinatti), rappresentato venerdì 21 giugno. Il giovane autore crea un testo composto dagli interventi di cinque personaggi, ciascuno con la propria verità, ciascuno con il proprio piccolo mondo da rappresentare attraverso l’unico strumento concesso, la voce. In piedi di fronte ad un leggio si raccontano, si rappresentano con sprazzi di storia personale, idiosincrasie, atteggiamenti interiori. La trama si infittisce, le storie cominciano a incrociarsi fino a costituire un racconto unico narrato da una molteplicità di punti di vista. E’ questo il vero gioco della scrittura del bravo Garozzo, la molteplicità vera della percezione, l’approccio alla realtà filtrato da occhi multipli in cui il dato oggettivo e la risonanza soggettiva si confondono continuamente. La voce apre all’immaginazione, il burbero duro e puro del club sportivo diventa il cinico direttore che tanto disprezzava, il giovane aspirante artista si trasforma in uno scellerato killer psicopatico, il divo del pop evolve in un suicida da notiziario tv mentre i media ne escono triturati come carnefici colpevoli. Tra gioco surreale e rappresentazione di meschinità della realtà, sono i dettagli a dare spicco al testo. Sono loro a costruire i personaggi, a colorire caratteri e situazioni, a rappresentare quel modo tutto contemporaneo di raccontare l’universale attraverso le briciole che esso lascia cadere nell’esistenza spicciola di ciascuno di noi.
Sabato 22 giugno è andato in scena un pezzo da novanta del teatro alternativo, vincitore del Premio Hystrio-Altre Muse. Flavia Mastrella/Antonio Rezza hanno portato sul palcoscenico di un Elfo particolarmente gremito e partecipe il loro storico lavoro Pitecus, preceduto da un cortometraggio tra quelli storici, giocato su interviste surreali alla gente di strada. Il tema è quello spinoso dell’immigrazione, ma presto lascia spazio a caratteri, vizi e virtù, coloriture gergali e tratti culturali. E’ di questi che si nutre Rezza quando costruisce i suoi personaggi di scena, derivati dai caratteri della strada come faceva il teatro popolare di un tempo, ma raffinati in un dialogo con il pubblico che è consustanziale alla rappresentazione stessa. Un gioco di tendine scorrevoli in cui Rezza si infila sono lo Stargate di accesso a mondi infiniti, voci, volti contratti, piccolezze enormi e bramosie surreali. La smorfia del volto, l’accento marcato, la provincialità che diventa un categoria dell’anima riescono a far amare questi quadretti in successione. Ciascuno è dedicato ad un tema conduttore, c’è la parodia straniante della favola (celeberrima quella delle sorellastre di Cenerentola, con una matrigna-befana disposta a tutto pur di garantire un buon matrimonio alle figlie brutte), c’è il vecchio burbero, c’è la religione e la vita quotidiana. Rezza rientra in quella categoria di attori di confine. Con la strada, con la commedia dell’arte, con il cabaret, con il guitto dei carrozzoni teatrali dei secoli scorsi, con quel teatro di livello che gioca a straniamenti molto novecenteschi.
Domenica 23 giugno la premiazione dei vincitori:
Premio Hystrio all’interpretazione: Valerio Mastandrea
Premio Hystrio alla regia: Massimo Castri (alla memoria)
Premio Hystrio alla drammaturgia: Fausto Paravidino
Premio Hystrio-Altre Muse: Flavia Mastrella/Antonio Rezza
Premio Hystrio-Provincia di Milano: Compagnia Marionettistica Carlo Colla e Figli e ComTeatro
Premio Hystrio-Castel dei Mondi: Anagoor
Premio Hystrio-Teatro a Corte: Zerogrammi
Premio Hystrio 2013
- Scritto da Daniele Stefanoni
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