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Il festival “In una notte d'estate” del genovese Lunaria Teatro si caratterizzata quest'anno per una scelta particolarmente accurata che riesce ad indagare, nel suo ricco cartellone, tra le pieghe più innovative ed intriganti della drammaturgia contemporanea. È questo, tra gli altri, il caso dello spettacolo di Envers Teatro nel chiostro della chiesa di San Matteo, lunedì 5 agosto.
Ogni grande narrazione nasconde in sé un nucleo drammaturgico che, nello specifico, la ferma sintassi di Honorè de Balzac fa intuire nel fluire affascinante del suo raccontare, ed è merito del drammaturgo-regista Valeriano Gialli e delle due bravissime interpreti Lorena Senestro, già apprezzata in Madama Bovary, e Valentina Virando averlo saputo svelare in questa loro riscrittura per il palcoscenico.
Storia di inganni e di rispecchiamenti intimi, la drammaturgia squaderna in scena, in un gioco di doppi che reciprocamente si disconoscono, la complessa natura, fin l'essenza, dell'amore come percorso di conoscenza del sé più che dell'altro.
Lo spettacolo così incorpora all'interno della sua “realtà” drammaturgica il filo del racconto di Balzac enfatizzandone il senso della perdita e della morte che ci insegue fino alla scoperta del nostro volto ingannevole ed insieme ingannato.
Il gioco dell'amore, nel suo doppio contesto, può perciò diventare metafora di una più generale ed essenziale perdita di identità che si sovrappongono per poi scomporsi e decomporsi, travolgendo speranze, ideali e talora tragicamente anche la nostra presenza nel mondo e nella storia.
Un doppio disvelamento e smascheramento dunque, della realtà del racconto all'interno della realtà della rappresentazione, che la scrittura scenica quasi vive con sofferenza e la sapienza recitativa delle interpreti valorizza con ironia.
Lorena Senestro si conferma sempre più matura nella gestione della mimica corporea e soprattutto della voce, piegata ad una espressività inusuale e affascinante cui Valentina Virando offre sponde di ironia e freschezza quasi costruendo attorno ad esse un appropriato spazio scenico.
La semplice e ben integrata scenografia è di Maurizio Agostinetto, i costumi, belli fino a travolgere il loro stesso realismo, di Elena Gaudio, le luci infine di Francesco Dell'Elba.
Spettacolo interessante, ben ideato nella drammaturgia e condotto con mano ferma nella regia, con interpreti di rilievo, da rivedere.
Numerosi e forti gli applausi.