Omaggio alle dive-divine il 20 e 21 novembre, all'interno dell'omaggio che il Teatro della Tosse di Genova ha dedicato, in occasione della presentazione del suo libro,”Quanti domani sono passati”, a Valentina Cortese che tutte, le quattro protagoniste della drammaturgia, ha conosciuto. Una drammaturgia al femminile che,
nel segno della consapevolezza che il bello si esprime ovunque, nella e anche al di fuori di ciò che si dice “cultura”, riporta davanti a noi quattro protagoniste del 900, da Wanda Osiris regina del varietà a Maria Callas, che è come dire il melodramma, alle due dive più rappresentative del mito cinematografico, Marilyn Monroe e Marlene Dietrich.
Lo fa incastonando nella testimonianza diretta della stessa Valentina Cortese, in fuori campo, una affettuosa ricerca della loro umanità spesso perduta nelle immagine pubblica e spettacolare, che scorre proiettata quasi da fondo scena multimediale.
Monologhi senza altro riferimento che il loro pubblico, talora aspri e talora commoventi che con spontaneità e partecipazione si dipanano in drammaturgia, sollecitando con misura il coinvolgimento della nostra memoria e, con quella, del nostro vissuto che a loro si è accompagnato e con loro si è talvolta elaborato e significato.
Buona la prova delle tre protagoniste, Simona Fasano, Susanna Gozzetti e Lidia Treccani, che si alternano o condividono la scena, forse sollecitate dal confronto con la voce, calda e convincente, di Valentina Cortese, ma che forse da quella avrebbero dovuto trarre più coraggio nell'elaborare un senso più compiutamente unitario alla loro, comunque interessante e intrigante, drammaturgia, soprattutto per individuare nei due lati (la vita e la scena) della personalità delle quattro divine, non un contrasto irresolubile ma un impasto che ha dato il segno più profondo alla loro arte..
Le hanno ben coadiuvate Edmondo Romano con le sue musiche e l'elaborazione di audio e immagini, nonché Claudia Chiodi per i costumi, nel contesto della regia Collettiva della Compagnia Teatro Nudo.
Le divine
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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