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E’ gradevole, intelligente, ricca di spunti ironici e rimanda alle vicende dei nostri giorni la commedia francese “Le fuggitive”, tra le più esilaranti del repertorio del contemporaneo Pierre Palmade, scritta con l'amico Christophe Duthuron. La pièce, in un solo atto di circa novanta minuti, è arrivata in Italia nel 2009, grazie al regista Nicasio Anzelmo nell’applaudita messinscena con due attrici del calibro di Valeria Valeri e Milena Vukotic. Adesso lo stesso regista l’ha riproposta, in un’edizione agile e davvero godibilissima, al Teatro Vitaliano Brancati di Catania, nell’ambito del cartellone diretto da Tuccio Musumeci, con protagoniste Alessandra Cacialli e Debora Bernardi, madre e figlia nella vita reale e sul palcoscenico versatili attrici, di una espressività e naturalezza straordinaria che danno vita, sulla scena ai personaggi di Claude e Margot, tanto diversi quanto teneri e desiderosi di comprensione, affetto, compagnia.
Lo spettacolo, con la disinvolta regia di Nicasio Anzelmo, si avvale del dinamico impianto scenico di Jacopo Manni che rappresenta sette quadri narrativi, sette situazioni diverse, dei costumi di Sara Verrini e delle musiche (simpatici arrangiamenti di brani anni Sessanta) di Luciano Francisci e Stefano Conti.
Al centro della vicenda la storia di due donne che si conoscono in una notte d’estate, facendo l’autostop perché entrambe scappano da una situazione pesante (da qui il titolo “Le fuggitive”), sono due donne di indole molto diversa: la più giovane, Margot, insicura e problematica, l’altra, Claude, ancora positivamente assetata di vita. Dopo gli iniziali scontri nascerà un’amicizia che porterà loro una nuova coscienza e una rinnovata speranza per il loro futuro.
La storia e quindi lo spettacolo, è scandito da brevi quadri narrativi, con sette scene che, velocemente, ricostruiscono sette situazioni, sette ambienti diversi (la strada statale, il bosco, la fattoria, l’appartamento dell’amica, il cimitero, la prigione, la casa di riposo I Gladioli) nei quali si snoda il percorso delle due donne.
La pièce parte da una notte su una strada statale, dove due donne fanno l'autostop: Margot è in abito da sera e fugge dalla festa per il 18° compleanno della figlia, da 30 anni di vita di casalinga, di moglie e madre repressa; Claude, invece, anziana signora in camicia da notte, scappa dalla casa di riposo “I Gladioli” dove il figlio l'ha abbandonata. Le due vogliono dare un taglio netto al loro passato, definitivo per Claude, ancora incerto per Margot, che si porta dietro una valigia di cimeli della propria esistenza, che a poco a poco lascerà alle spalle, dando valore alle reali necessità dell'esistere. Questo loro percorso le porterà, tra scontri, confronti, risate e riflessioni, dalle grinfie di un maschio approfittatore ad un solitario bosco, da una fattoria alla tomba dell’amica di Claude, da un appartamento illegalmente occupato alla prigione e poi alla casa di riposo di Claude. Le due poi, dopo essersi separate e perse di vista, si ritroveranno e, felici, per la nuova amicizia daranno vita ad una fuga definitiva insieme, con un camper, per una strabiliante avventura in giro per l'Europa.
Spettacolo, come detto, dai mille spunti di riflessione, gradevolissimo nella sua messinscena e che si avvale dell’interpretazione convincente di Alessandra Cacialli (la determinata e bizzarra Claude) e Debora Bernardi (la fragile ed insoddisfatta Margot), abili, commoventi e divertenti allo stesso tempo, nel raffigurare e dare voce a due donne dei nostri giorni ed alla loro voglia di ribellarsi al presente e di rimettere in discussione la loro esistenza, rivendicando, secondo le intenzioni degli autori Palmade e Duthuron, la libertà assoluta dello spirito e riconquistando il loro spazio.
Applausi del pubblico, alla fine, per le interpreti, il regista e la leggera e divertente messinscena.

Le Fuggitive
di Pierre Palmade e Christophe Duthuron
Regia Nicasio Anzelmo
con Alessandra Cacialli e Debora Bernardi
Impianto scenico diJacopo Manni
Costumi di Sara Verrini
Musiche di Luciano Francisci e Stefano Conti
Foto di Giuseppe Messina
Produzione Teatro della Città - Stagione Teatro Brancati di Catania - 6/23 Febbraio 2014