Un matrimonio e la sua festa che sembrano già perdersi nella stanchezza e nella delusione, questo il contesto ed il pretesto per la drammaturgia di Luca Ragagnin andata in scena in prima nazionale al Teatro della Tosse di Genova dal 13 al 15 febbraio, per la regia di Emanuele Conte e con l'intensa performance
di Angela Baraldi che mescola con sagacia la sua voce ad una ormai solida sapienza recitativa, che sembra animata e risvegliata dalla musica.
Nove grandi cantanti protagoniste della musica tra gli anni sessanta e settanta, nove cantautrici che ancora brillano nell'immaginario collettivo da quegli anni lontani, ma soprattutto nove donne alle prese con la vita, segnata e riassunta nel rapporto con gli uomini e di cui la musica sembra un estremo tentativo di mediazione e comunicazione.
Perché come è stato scritto “le canzoni sono dei matrimoni di sconosciuti e noi, gli angeli, siamo benevoli corifei, siamo cantanti da matrimonio. Siamo “the Wdding Singers”.
Donne e artiste tutte dalla vita complessa, talora tragica dai suoi esordi alla sua precoce conclusione, che hanno tentato con la loro musica geniale di costruire oppure di ricostruire un ponte con l'altra metà del cielo, un equilibrio ed una offerta di fronte e contro il ripetuto rifiuto e la costante violenza ricevuta, per la salvezza e la possibile felicità di entrambe le metà.
Ma l'arte geniale e la musica da sole non salvano, e questi nove “angeli” è come si fossero sempre e da sempre ritrovati altrove rispetto a maschi apparentemente sordi, sordi ad ogni richiamo e per la maggior parte incapaci di cambiare strada, avviluppati in una misoginia che è ancora il rumore di fondo di quasi ogni formazione.
Padri violenti e patrigni violentatori, mariti e amanti inconsapevoli di loro, il tradimento di madri assenti e incapaci di difendere ed educare, questo segna la vita di queste donne e di molte altre, ignorate o sconosciute, e a questo loro sanno rispondere con la musica che vuole trasformare gli sconosciuti e farli riconoscere.
Bravo il drammaturgo a costruire con delicatezza il filo narrativo che unisce nove voci così diverse ma dalla stessa direzione, quasi una comune chiave interpretativa, bravo il regista nell'assecondarne i toni e nel non prevaricare il segno molto femminile dello spettacolo e brava la protagonista a farsi carico appunto di una femminilità sofferta e sofferente, senza perderne le sfumature e le differenze ma insieme enfatizzandone la profonda comunione.
Sulle doti vocali di Angela Baraldi poco possiamo aggiungere a quanto conosciuto, di quelle recitative ha positivamente colpito la capacità di cogliere registri diversi e mutevoli come da una partitura ben scritta e coerente, senza coprire con la sua le personalità delle protagoniste ma fondendola in quelle, con armonia.
Per concludere le nove ispiratrici sono Nico, Judee Sill, Janis Joplin, Karen Carpenter, Laura Nyro, Sandy Denny, Nina Simone, Dusty Springfield e Nicolette Larson, un firmamento di voci e di luci su un matrimonio aperto al suo futuro.
Da citare, in questa produzione dello stesso Teatro della Tosse, le scene di Luigi Ferrando e i costumi di Bruno Cereseto, le luci e la fonica di Tiziano Scali e la collaborazione di Annibale Bartolozzi e Massimo Zamboni, ma soprattutto la bravura dei musicisti dal vivo e in scena Stefano Bolchi (chitarre e percussioni), Osvaldo Loi (piano tastiere e viola) e Riccardo Fantuzzi (chitarre). Yuri D'agostino e l'aiuto regista.
Un successo segnato da lunghi applausi.
Foto Donato Acquaro