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Gioco di parole per introdurre il titolo di questo spettacolo. Avrete già capito che uno degli elementi fondamentali di questo lavoro è l’ironia. Liberamente tratto da “Toc Toc?” di Laurent Baffie, il testo viene rivisitato e adattato dalla regia di Giuseppe Fiscariello, che è anche attore. In scena dal 9 all’11 maggio presso la Sala Assoli di Napoli, lo spettacolo è un inserimento “fuori cartellone” che prevede la presenza di giovani compagnie e di produzioni esterne alla stagione. L’impatto con la scena appare coloratissimo: sedie, tavolo, moltissimi oggetti di scena, quest’ultima delimitata da caselle giganti di un Monopoli umano. La stanza “dei giochi” altro non è che lo studio del dott. Stern, psicanalista assente ma presente sotto mentite spoglie. Poiché non vogliamo svelare nulla del colpo di scena finale, che in realtà diventa comprensibile ben prima della conclusione, vogliamo invece parlare della costruzione dello spettacolo. Sette personaggi in scena attendono l’arrivo del dottore: ognuno di loro è fortemente caratterizzato, non solo dal comportamento e dalle fobie, ma anche dagli abiti e dagli accessori. L’attesa diventa pretesto di guarigione. Sei tipologie umane interpretate da Domenico Carbone, Claudia Esposito, Giuseppe Fiscariello, Paolo Gentile, Emanuela Iusto, Valerio Lombardi,  che, riflettendo attentamente, potrebbero rappresentare le fobie vissute da persone da noi conosciute, o addirittura le fobie presenti nella nostra personalità. Naturalmente la scelta di estremizzare, di rendere caricaturale la problematica, di “disegnare” i personaggi come se fossero protagonisti di fumetti, appare affine alla realizzazione scenica. Suoni e colori creano un’ambientazione che ricorda le serie televisive degli anni ’70 e ’80, quando gli effetti speciali delle avventure di Batman e  di Superman erano davvero primitivi. Disturbi mentali o no? Ecco, dunque, l’insinuazione ironica del punto interrogativo inserito nel titolo, parola che inganna il lettore-spettatore pensando che si tratti della semplice domanda di accesso ad un luogo. In effetti il titolo originale “Toc Toc?” lo è, ma l’adattamento di Fiscariello propone un nuovo titolo che apre l’immaginazione. In realtà la mente è un luogo serrato in cui è difficile entrare, se non con pazienza e con particolare attenzione. La stanza serrata dello studio non ha contatti con l’esterno, poiché anche la finestra appesa al soffitto diventa apertura finta, la tenda introduce ad un bagno, la porta sul fondo è luogo di osservazione dell’infermiere, interpretato da Nicola Narciso, ma senza uscita. Solo la porta, posta alla destra della scena, dà  accesso ad un esterno immaginario ed è punto di inizio e fine del  percorso del grande Monopoli costruito attorno allo spazio di azione. L’idea della vita in cui tutti noi ci mettiamo in gioco per superare fobie e paure, grazie alla collaborazione di un gruppo, all’interazione anche con gli estranei, diventa fulcro fondamentale di tutto lo spettacolo. La metafora delle caselle, delle pedine, del percorso del Monopoli, è necessaria all’interno di un contesto in cui il punto di vista è quello del gioco bambinesco, della regressione per ottenere il superamento. La caratterizzazione specifica di ogni personaggio viene portata in scena con un attenzione ai particolari: dall’uomo che conta tutto e ha la fobia dei numeri, alla ragazza che ripete due volte ogni frase, al personaggio che non riesce a trattenere rabbia ed eccessivo turpiloquio. Tutti presentano abiti, movenze ed oggetti che aiutano il pubblico ad identificare precisamente quale fobia sia interpretata dall’attore. Purtroppo, però, a volte la recitazione sembra subire delle cadute o delle banalizzazioni dovute alla poca esperienza di alcuni giovani attori, ad una gestualità poco regolata e lasciata, a tratti, alla libera iniziativa.  Se per la maggior parte dello spettacolo è evidente un buon feeling tra tutti i protagonisti, le cadute o i vuoti sbilanciano l’equilibrio. Stiamo parlando di lavoro “leggero”, adatto ad un pubblico vasto e variegato, pur essendo contenitore di una tematica attuale e mai noiosa. Nonostante  alcuni aspetti della messinscena abbiano bisogno di una maturazione professionale,  gli spettatori rispondono positivamente: applausi, risate, ammiccamenti. Insomma, è impossibile non ritrovarsi o rivedersi, anche per un breve momento, in alcune delle fobie di questi personaggi grotteschi ma reali.

Sala Assoli Napoli
9-11 maggio 2014
GAG Produzioni e K-T Serv
presentano
Disturbo?
Uno spettacolo di Domenico Carbone Claudia Esposito Paolo Gentile Giuseppe Fiscariello Emanuela Iusto Valerio Lombardi Nicola Narciso
Regia Giuseppe Fiscariello
Collaborazione alla regia Livio Montanaro, Nicola Narciso
Ufficio stampa Emma di Lorenzo
Grafica  Daniela Molisso