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La ricordiamo tutti sfavillante e irresistibile nei suoi personaggi più celebri, la Cecata, la signora Flora e la parodia di Gina Lollobrigida: erano gli anni in cui Anna Marchesini recitava in tv e in teatro, inseparabile con Massimo Lopez e Tullio Solenghi. Poi il “Trio” si è sciolto e lei ha continuato il suo percorso, con successi teatrali come “Le due zitelle” di Landolfi o i testi di Alan Bennet, e poi libri e partecipazioni tv.
Tanto tempo sembra essere passato da quel dì, oggi Anna Marchesini è accartocciata su se stesa, logorata dalla malattia. Il sipario si apre e lei è già seduta su una sedia, con un leggio davanti. Suda, suda molto e il suo volto pare sempre più sofferente. Per chi ami il teatro comico la Marchesini è una istituzione, quindi è spontaneo un moto dell’animo di affetto, commozione, gratitudine per questo sacrificio delle forze consumato per noi, il pubblico.
Lo spettacolo in scena al Piccolo Teatro di Milano fino al 16 novembre, Cirino e Marilda non si può fare, è una lettura scenica di un suo racconto contenuto nel volume “Moscerine”. Il corpo è segnato, ma piano piano la verve unica e impagabile di questa grande attrice e autrice italiana viene fuori impetuosa. Il trio musicale  Aire de Mar sottolinea i momenti di stacco e crea una partitura alla narrazione. La Marchesini convince, padrona del momento, appassionata e coraggiosa. La storia è quella di Cirino Pascarella, da tempo estraneo alla sua stessa esistenza, sepolto in una pensioncina umile a trascorrere la sua esistenza.  La signora Olimpia – resa con la divertentissima voce centro italica che la brava Marchesini sa interpretare – cerca di fargli sposare sua figlia, ma improvvisamente un giorno lui scompare, imbarcato su una nave per chissà dove. E’ bastato un giovane apparso a una finestra del palazzo di fronte per scuotere una montagna di paure e lanciarlo verso il futuro, libero.
Una storia interessante, ben scritta dalla stessa Marchesini, che mostra un uso abilissimo della lingua con effetti di spiazzamento notevoli, con competenze della resa musicale della parola da grande maestra della letteratura. In filigrana si scorge il destino umano di chi si sente ai margini, colpito dalla sciagura, dalla malattia e da ciò che la società rimuove. Poi un lampo, una illuminazione improvvisa gli apre una via per la libertà e così spicca il volo verso il futuro.