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Apertura all’insegna del buon teatro, della tradizione e della storia siciliana, da guardare però con occhio critico e stimolante, per il gruppo “La Proposta”, diretto da Nunziata Blancato che all'auditorium “Angelo Musco” del Centro civico di Gravina di Catania ha inaugurato la stagione di prosa 2010-2011 con il testo “Angilu, Battangilu…Cose e gesti di Sicilia” scritto e diretto, con grande intelligenza ed accuratezza, da Nunziata Blancato. Protagonista sulla scena, nei due scorrevoli atti, un affiatato e folto ensemble che, supportato dalle musiche eseguite dal vivo dal maestro Mimmo Aiola, conduce lo spettatore, senza mai annoiarlo, anzi stuzzicando la sua memoria (e questo oggi, a teatro, è un grande risultato!) tra scioglilingua e “miniminagghi” mai dimenticati, storie, gesti, musiche, atteggiamenti ed abitudini di una terra come quella siciliana alle prese, ieri come oggi, con i soliti ed atavici problemi. Nello spettacolo, tra l’altro, c’è anche spazio per una incursione, fedele ed apprezzata, nella verghiana “Cavalleria rusticana” e ci sono tante altre sfumature, nel disegnare i personaggi sulla scena, nei movimenti e soprattutto nelle battute conclusive del lavoro, che ci riportano alla condizione dei siciliani, che, come dice l’autrice, “sono spesso servili coi forti ed autoritari coi deboli, che si stupiscono dinanzi al racconto di storie che hanno il sapore del mito e a cui ciecamente credono. Sono miseri, analfabeti, carichi di malanni e di fatica, eppure ridono. Sono malandati, acciaccati, bestie da soma legate ad una sempiterna macina, eppure pregano.  Ma quando la fame mangia completamente il cervello ed il cuore, allora non pregano più, non ridono più, non si stupiscono più. Allora osano, si ribellano, combattono. Per loro, libertà è la libertà dal bisogno, la pancia piena, l'agognato paese di Cuccagna e chiunque parli loro di libertà è un eroe, un santo, uno di cui ci si può fidare. Si fidano e perdono, senza capire, rassegnati al sonno della coscienza. Questi sono i nostri nonni, questa è la nostra storia”. Sulla scena, per un lavoro corale e che ha riscosso gli applausi convinti del pubblico presente in sala, ricordiamo, nei vari ruoli, Alessia Consoli, Anna Incardona, Mariastella Blancato, Cettina Giorgianni, Ketty Governali, Alessandra Andreozzi, Nunziata Blancato, Mario Musso, Mario Catania, Giovanni Magrì, Giacomo Sorge, Adelchi Gallo, Ottavia Buccheri, Federica Catania, Gabriele Catania, Bianca Peri. Regia di Nunziata Blancato, scenografia e costumi del Gruppo La Proposta. “Noi, - si chiede, nel programma di sala, l’autrice - prodotti disillusi di una società senza domani, riusciremo a ricordare, riusciremo a capire?”.  Testo di grande raffinatezza, carico di mille significati, soprattutto per il nostro oggi, dove ogni valore sembra essere tramontato, davanti alla carriera, all’ambizione di un consumismo, di un benessere che uccide l’altro e soprattutto i sentimenti e dove l’uomo segue bassi istinti e chi promette di più, per arrivare, poi, chissà verso quale baratro di solitudine.

L’autrice
Nunziata Blancato, dirigente scolastico, preside alla Scuola Media "Nosengo" di Gravina di Catania, è nata a Siracusa, coltiva la passione per il teatro, la poesia e la musica, distinguendosi come autrice di testi teatrali, poetici e narrativi, come regista e attrice e come promotrice di manifestazioni culturali, artistiche e musicali. Come regista ha esordito nel 1974 con la regia di “Sei personaggi in cerca d’autore” ed ha proseguito sia con regie su commissione, sia con regie per i propri lavori all’interno del Gruppo La Proposta. Come attrice ha esordito nel 1980 ne “L’antico Carnevale di Sicilia” col Teatro Maria Campagna. Protagonista, nella stagione Giovani del Teatro Stabile di Catania, col gruppo Magma in “A Muntagna”, “Tempo di Vespri,”del cui testo è anche coautrice, “Nel silenzio lungo della notte”, dedicato al poeta Santo Calì, dei cui versi è lettrice specialista. Agisce, come attrice e regista, in suoi recital, con gruppi di teatro di ricerca e spesso si esibisce nei suoi lavori teatrali, insieme alla propria compagnia.