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Samuel Adamson traduce la sceneggiatura del film di Pedro Almodovar. Giovanni Lombardo Radice la traduce in italiano. Leo Muscato ne presenta la regia nei teatri italiani. Ma ci avverte: “il nostro spettacolo si fonderà sul linguaggio specifico del teatro e chi vorrà venire a vederlo dovrà cercare di rimuovere i ricordi e la passione che lo straordinario film di Almodóvar gli avrà procurato”. In realtà la sensazione, in parte, è proprio quella di una trasposizione scenica del film e questo è dovuto a cambi di scena che ricordano incastri cinematografici, pur sempre nella velocità dell’allestimento teatrale. Il teatro Bellini di Napoli ospita TUTTO SU MIA MADRE dal 7 al 12 dicembre. Il pubblico apprezza e dimostra attenzione durante le due ore dello spettacolo. In cambio regala applausi scroscianti. Colori sgargianti che richiamano lo stile visivo di Almodóvar, schermo sul fondo che li evidenzia, cambi di scena velocissimi e perfetti. Questa è l’ambientazione. Ad accogliere gli spettatori un sipario chiuso che ormai appare un sorpresa retrò rispetto ai contemporanei  spettacoli che danno subito in pasto gli attori alla platea, a telone aperto. Un microfono, un ragazzo: Esteban, figlio di Manuela, la madre protagonista, parla emozionato. Un taccuino è il suo simbolo, la sua incarnazione, i suoi appunti, le sue riflessioni, i suoi abbozzi di un acerbo testo teatrale in cui si descrive tutto ciò che c’è da sapere su sua madre. Ma i segreti sono tanti e il padre di Esteban rimane un mistero. Diciassette anni vissuti nell’oscurità, riempiti dall’amore di una madre che ne sa fin troppo degli eccessi degli anni ’70. Due desideri: scoprire il volto del padre e conoscere la famosa attrice Huma Rojo. Il teatro e la finzione si intersecano visceralmente  nel teatro della vita , diventandone  soluzione. Tante donne quante ne ama descrivere Almodovar, tutte simbolo di un problema sociale. Manuela diventa  il disperato e commovente cardine di tutte queste vite, forse anche esageratamente. Nessuno avrebbe resistito a tanto. Il figlio muore travolto da una macchina mentre aspetta l’attrice Huma alla fine del suo spettacolo “Un tram chiamato desiderio”. Da quel momento la vita di Manuela non avrà pace. Due desideri da esaudire, una vita da recuperare. Diventa assistente dell’attrice che la inviterà a recitare con lei. Soffici veli cadono dall’alto fermando l’aria e il tempo: la platea appare ipnotizzata. Huma entra in scena recitando di spalle a spettatori immaginari, sul fondo del palco. Due realtà parallele: gli spettatori veri diventano fondale. Il padre di Esteban irrompe in questa storia attraverso un simbolo: la suorina Rosa, rimasta incinta di lui, ne riceve il seme malato e sieropositivo. Manuela si ritrova a crescere un figlio non suo ma di un marito scomparso, rivendicando Esteban morto. Quasi a dimostrare che il mondo e la vita sono portati avanti dalle donne, l’eccezione che conferma la regola è Agrado, il travestito amico di Manuela. Un Eva Robin’s che recita accanto alle stupende Elisabetta Pozzi e Alvia Reale: significativa immagine di un personaggio che rende l’ironia necessariamente smorzante di tutta la storia. Sul proscenio, parla di sé, parla di Agrado, dice le cose come stanno in una recitazione che non fa una pecca. Esagerato il linguaggio e le scene in ombra di clienti che pretendono “particolari” trattamenti. I travestiti non sono solo quello. Il padre di Esteban compare nelle ultime scene: Lola, adesso si chiama così. Muore perché sieropositivo solo dopo aver saputo la verità. L’attore- uomo  travestito da donna appare ridicolo e traballante sui tacchi, a confronto con tutte le vere donne della scena. E se fosse rimasto “un’ombra infetta” nella nostra immaginazione?

Visto il 7 dicembre Teatro Bellini Napoli
Testo teatrale di Samuel Adamson basato sul film di Pedro Almodóvar 
Traduzione Giovanni Lombardo Radice
con
Elisabetta Pozzi              Manuela
Alvia Reale                         Huma Rojo
Eva Robin’s                        Agrado
Paola Di Meglio                Madre di Rosa, Alicia
Alberto Fasoli                   Alex, Stanley, Dottori, Cliente
Silvia Giulia Mendola    Suor Rosa
Giovanna Mangiù            Nina Cruz
Alberto Onofrietti           Esteban, Lola