Non sempre anniversari e ricorrenze superano il circolo ed il circuito della celebrazione rituale. Qualche volta, spesso direi nel caso del Teatro della Tosse di Genova, sono l’occasione di una crescita e di un rinnovamento alimentato da ancora forti radici, sono l’occasione di un ripensamento fecondo che è anche una nuova apertura a ciò che lo circonda.
Così nel giorno che avrebbe festeggiato i 94 anni di Emanuele Luzzati, il 3 giugno, e nell’anno che vede Tonino Conte compierne 80 (e la Tosse 40), Emanuele Conte ed il suo staff sono riusciti a recuperare alcuni degli elementi fondativi del teatro della Tosse, ovvero del Teatro tout court, elementi che avevano caratterizzato appunto i due fondatori, come l’apertura e l’ascolto della propria comunità non nel senso di una passiva adesione, ma come stimolo creativo condiviso, quella capacità cioè di ascoltare ed insieme di donare che è, o dovrebbe essere, nell’essenza di ogni teatrante.
Lo hanno fatto con questa bellissima “Favola del flauto magico” che riesce di nuovo ad amalgamare i fondamenti
dell’evento “spettacolo” a partire da quel sentimento “popolare”, semplice ma insieme profondo e anche raffinato, che ne alimenta il fascino e l’evoluzione, e a recuperare la bellezza del teatro di piazza, capace con la sua ingenuità, come ha insegnato Molière, di aprirci a mondi e a intimità inaspettate.
Uno spettacolo donato alla città nei giardini che, nel centro storico a degrado verso il mare, portano il nome di Luzzati, organizzato come spettacolo dei suoi burattini animati da Bruno Cereseto, che recupera la scrittura drammaturgica e la sintassi della favola primigenia e “chiama”, per così dire, con spontaneità l’insuperabile musica di Mozart.
Uno spettacolo senza età cui Alessandro Damerini e Marco Lubrano danno nuovo senso narrativo ed epico articolando con abilità il rapporto con una platea intensamente partecipante e partecipata.
Musica mozartiana dal vivo con Andrea Albertini al pianoforte, Arianna Menesini al violoncello e Marta Canobbio al flauto, ad accompagnare lo sviluppo drammatico ed il canto degli altrettanto bravi Claudio Ottino e Linda Campanella che in un certo senso hanno rinnovato il miracolo di rendere più che evidente il senso ed il significato di un libretto in lingua.
Un teatro di uomini e burattini, di maschere e costumi, che ci accompagna alle radici del teatrare e del narrare come condivisione di molti e, paradossalmente, crescita di ciascuno, indipendentemente dagli anni che ha transitato.
Un evento ma non l’unico e non l’ultimo tra quelli che hanno caratterizzato e caratterizzeranno ancora questo 2015 del teatro della Tosse, cui la guida di Emanuele Conte e ora anche di Amedeo Romeo, nel pieno rispetto di una continuità artistica, pare aver impresso una accelerazione fatta di idee nuove sia sul piano estetico che su quello organizzativo.
Nel mentre continua fino al 25 luglio a Palazzo Ducale “Tonino Conte 2 volte 40” per festeggiare, nello stesso spirito e con la stessa efficacia, Tonino Conte e la sua attività con mostre, incontri ed anche radiodrammi.