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Recentemente insignito del Premio Vernacolo al concorso nazionale "La riviera dei monologhi" di Bordighera per il suo acclamato “Turi Marionetta”, l’attore, autore e regista catanese Savì Manna ha proposto al Centro Zo di Catania, in prima assoluta, il suo nuovo lavoro “Patrizzia. La vera storia di una sensation seeker”,  prodotto dall’associazione Leggende Metropolitane con il patrocinio del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università degli Studi di Catania per le tematiche storico-sociali a cui si fa riferimento e che aderisce a Latitudini, rete siciliana di drammaturgia contemporanea.
Da precisare che “Sensation seeker“, alla lettera “cercatore di sensazioni”, si riferisce a un tipo di personalità in costante ricerca di sensazioni nuove e intense, unita alla disponibilità a correre rischi per ottenerle. Sono generalmente persone vivaci e ammalianti, ma solo in fase “on”, diversamente

vanno in paranoia, esattamente come i tossicodipendenti.
Lo spettacolo, della durata di circa 60’, con l’essenziale scenografia e l’efficace disegno luci di Salvo Pappalardo, vede protagonista proprio una “sensation seeker”, l’intrigante Patrizzia che, introdotta da una cantilena ittica (“Senta senta…preco preco..Taliassi ‘stu pisci..) e accompagnata anche da altre espressioni tipiche ed inquadrate nel personaggioe nel quartiere dove vive (“Nisciti tutti ‘i soddi c’aviti savvati iè ppi uoggi non mori nuddu” oppure “Non m’a tuccàri!..Tu lassa ca m’ammestunu..ma non m’a tuccàri!), appare dal buio, si siede al centro della scena, su una poltrona, con la sua sottoveste nera, capelli biondi  e scarpe con i tacchi alti ed inizia a raccontare la sua vita, le sue sensazioni, la sua città che ama ed odia allo stesso tempo. Patrizzia ha 50 anni, lavora in pescheria e per campare vende il pesce, ma non ha fatto sempre questo nella vita, infatti, alle prime luci dell’alba, sulla poltrona e nell’intimità della sua casa, da il via al racconto della sua storia eccezionale.
In questo suo nuovo lavoro l’autore Savì Manna, nei panni di Patrizzia, punta sulla forza del dialetto che tutto ingigantisce e rende più duro, vivo e reale. E nel racconto spiazzante, allucinato, frenetico, di Patrizzia, ora seduta, ora in piedi, agitando le braccia ed infervorandosi, emergono sensazioni, aspetti della sua vita ed altri personaggi come l’amico Fritz, i colleghi della pescheria e soprattutto la bella, aristocratica, disegnatrice di fumetti, Antonella (figlia della sua padrona di casa), conosciuta quasi per caso, che vive nella parte alta e nobile di via Etnea, alle prese con un marito che la picchia. E’ un vero colpo di fulmine tra Patrizzia ed Antonella, infatti con la sua benestante alleata e che ama il teatro, Patrizzia con alle spalle una “fuitina” a 15 anni (come facevano tutte nel quartiere), un matrimonio andato subito in fumo e la famiglia ospite a Piazza Lanza,  andrà in giro per l’Italia, nelle varie città del Settentrione, a fare rapine per provare nuove sensazioni, racimolando tanto, ma tanto denaro. Ma dopo i  colpi al Nord e le tante avventure, proprio nell’ultima ed unica rapina, compiuta in casa, a Catania, dopo aver rubato una Kawasaki nel quartiere Picanello, l’amata Antonella verrà colpita a morte durante un inseguimento e Patrizzia si ritroverà nuovamente sola, a casa della madre, a fare il solito lavoro, vendere pesce alla Pescheria e, nella sua scura ed affascinante Catania, racconterà sensazioni, avventure, intrecciando e sovrapponendo, presente e passato, ricordi e fantasia, dolore e gioia.
Savì Manna è abile a ricostruire una Catania di fine anni Settanta, ma anche dei nostri giorni, attraverso un personaggio ai limiti del reale, affascinante ed ambiguo, di un quartiere popolare. Patrizzia è, infatti, fuori dagli schemi, devia i modelli che conosce e vive nel basso della società, ai margini, per motivi culturali e sociali,  una “sensation seeker” che ama le sensazioni forti, ha visioni e soprattutto si nutre di ricordi. Lavoro estremamente intrigante, sanguigno e che mette in luce, oltre alla prorompente e devastante forza del dialetto catanese, le ombre, le abitudini, i costumi, il linguaggio crudo, di alcuni quartieri popolari, di ieri e di oggi. Di grande pregio e forza, l’interpretazione di Savì Manna che, ancora una volta, mescolando gli insegnamenti rigorosi del suo maestro Carmelo Vassallo alle improvvisazioni teatrali apprese con il Gruppo Batarnù, confeziona una pièce alla fine molto applaudita ed apprezzata dal pubblico.
Con "Patrizzia" Savì Manna continua la sua ricerca attoriale e linguistica. Dopo "Lupo", "Sheet" e "Importante, molto importante", l’attenzione è, ancora una volta, concentrata su un personaggio ai margini della società ed in tale indagine sulle sfumature del personaggio narrato, il ricorso al dialetto è possibilità di espressione immediata e immaginifica in grado di trasformare la realtà in astrazione leggendaria.

"Patrizzia - La vera storia di una sensation seeker"
Scritto, diretto ed interpretato da Savì Manna
Scenografia e disegno luci di Salvo Pappalardo
Produzione Leggende Metropolitane
Patrocinio Dipartimento Scienze Politiche e Sociali Università di Catania
Centro culturale Zo - Catania - 29, 30 e 31 Maggio 2015

Foto di Salvatore Zerbo

L’autore
Savì Manna nasce a Catania nel maggio del 1971,è attore, drammaturgo e regista catanese. Inizia il suo percorso artistico con la compagnia di artisti di strada I Baternù. Per anni collabora con la Bottega Cartura con cui ha prodotto e realizzato diversi spettacoli di teatro di figura. Al 2005 risale l'incontro con il drammaturgo, regista e attore Carmelo Vassallo con cui mette in "Donna Nedda" e "Lupo". Nel 2009 debutta come autore con lo spettacolo "Turi Marionetta", da lui interamente scritto, diretto e interpretato, che ad oggi vanta quasi cinquanta repliche in tutto il mondo. Nel 2012 scrive e dirige la pièce teatrale "Importante, molto importante". La trilogia, un’opera sulla incomunicabilità tra i due sessi. Diretto dalla regista Alessandra Pescetta il primo capitolo della suddetta trilogia diventa un corto cinematografico che vince numerosissimi premi in festival internazionali. Nel 2014 interpreta Ulisse in "Ogni qualvolta levo gli occhi da un libro", uno spettacolo di Claudio Collovà che ha debuttato al Festival Internazionale delle Orestiadi di Gibellina. Vanta collaborazioni artistiche con Gioacchino Palumbo, Roberta Torre, Marcello Cunsolo, Donatella Finocchiaro, Giovanni Calcagno, Alessandra Pescetta, CaneCapovolto. Suona il violino da più di quindici anni, rigorosamente d'autodidatta. Ha curato numerose regie con attori diversamente abili.