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C’è, indubbiamente, tanta carne al fuoco nella rappresentazione “Buttanissima Sicilia”, tratta dall’omonimo libro di Pietrangelo Buttafuoco, proposta alla “Vecchia Dogna” di Catania, all’interno della Tre giorni organizzata dal movimento civico #DiventeràBellissima. Partendo proprio dal contenuto del  libro di Buttafuoco, ovvero dall’attacco violento e surreale al Governo della Regione Siciliana, ai suoi componenti, agli ex governatori e soprattutto all’attuale presidente Rosario Crocetta ed inserendo altri testi, trovate, frizzi e lazzi, lo spettacolo, in circa 90’ minuti,  con la regia di Giuseppe Sottile e le musiche di Costanza Licata e Rosamaria Enea, proietta

il pubblico in una sorta di teatrino della politica, dove gli stessi spettatori sono pupi e pupari e dove volutamente, secondo le intenzioni dell’autore, si mescola mafia ed antimafia, verità e immaginazione, rivoluzione e mistificazione, fame reale con fame di potere.

In questo quadro desolante lo spettatore è direttamente coinvolto con le incursioni in sala dell’attore e cuntista palermitano Salvo Piparo che scruta, sollecita, interroga, il pubblico sulla crisi tutta siciliana, su quella situazione di reale difficoltà in cui gli abitanti dell’Isola sembrano essere, da sempre, sprofondati. Ed oltre a ridere delle battute, delle canzoni, dei balletti e delle trovate dello spettacolo, il pubblico alla fine è anche bombardato da quella pasta (ditalini, rigatoni, maccheroni) che spesso gira, in alcuni quartieri, durante il periodo elettorale ed in nome di essa, ovvero in cambio di quel classico “piatto di pasta”, il popolo si ritrova ad offrire la propria preferenza nel segreto dell’urna elettorale per questo o per quel candidato, rendendosi complice dell’attuale sfacelo politico-sociale dell’Isola.

Protagonisti sulla scena, con pochi oggetti (due pupi, un leggio, una grancassa, un tamburello, una pianola ed un violino) sono l’attore Salvo Piparo (l’infervorato e divertente cuntastorie palermitano), Costanza Licata (figlia del brillante giornalista e regista Salvo, nei panni della Sicilia Buttanissima) e Irene Maria Salerno che in stretta simbiosi, con le parole, le canzoni e la musica, costruiscono una pièce che mette assieme diversi modi di fare teatro. Si passa dal cunto alla pungente ed a tratti irriverente satira del cabaret, da una forma più evoluta del varietà al teatro civile e di denuncia: il tutto prendendo spunto, a piene mani, dalle pagine del libro di Buttafuoco, ma facendo affidamento anche ai testi di Salvo Licata, di Salvo Piparo e nel finale della coppia Ficarra & Picone.

Ecco, quindi, il “Buttafuoco pensiero” per una Sicilia surreale, allo stesso tempo comica e tragica, votata sempre alla fame, ai lamenti e sempre sospesa tra la voglia, a parole, di voler dire basta e voltare pagina e l’eterna indecisione nello scegliere il meno peggio o quello che, al Governo, ti potrà poi meglio favorire.

Lo spettacolo a tratti irriverente, crudo, ma che lascia anche spazio alle trovate divertenti, è tutto recitato, cantato, giocato, sullo sberleffo di un modo, da sempre, di amministrare, gestire, la Regione Siciliana, sui Governatori di ieri (Totò Cuffaro-Totò Vasa Vasa e Raffaele Lombardo-Mastro don Gesualdo) e di oggi (Monsieur Pappagone- Rosario Crocetta), risultando quindi, in maniera surreale, una sorta di teatrino che rappresenta l’Isola divenuta “fogna del potere” per gli sprechi, le clientele e le macchiette dell’antimafia. Protagonisti della pièce Mastro Don Gesualdo, il cattivo Totò Vasa Vasa, ma soprattutto Monsieur Pappagone, circondato da brave monachine  e che governa un Parlamento Siciliano pigro e che declama e annuncia, per risolvere i problemi, una riunione a Piazza Rivoluzione. Nella pièce c’è spazio anche alle caricature di altri personaggi di oggi come Vancheri, Faraone, Cracolici,  Miccichè e “amici”, come Musumeci “con libro e moschetto”. E la “Buttanissima Sicilia” è una clownessa che fa i suoi numeri rocamboleschi ispirata dalla malafede e con ingannevoli pantomime e bugie, attraversando così la storia siciliana, fino a precipitare nel ridicolo.

Ad intersecare tutte le storie raccontate sulla scena ed in sala da Piparo, Licata e Salerno, c’è poi la rivisitazione di una figura poetica come quella di Peppe Schiera, che trae le sue strofe dall’omonima opera teatrale scritta da Salvo Licata ed il finale poetico, scritto dal duo Ficarra & Picone, è un omaggio alla Sicilia che, all’improvviso, con le sue città, le sue bellezze, le sue miserie, scompare e che forse, un giorno, ritornerà, nella speranza dei siciliani, non più nelle vesti di “Buttanissima”, ma bensì nei panni di donna bellissima, onesta e dignitosa.
“Che bella la Sicilia, - dicono gli attori-musicisti nello spettacolo - che grande ammirazione, ad ogni elezione sforna menti d’eccezione, isola isolata dove i macellai non macellano e i panettieri non panificano”. E poi c’è spazio anche per il “Rosario”, per pregare ed allontanare così la crisi e sperare in un cambiamento reale e radicale.

Sulla scena, quindi, grazie all’impegno dei tre attori - musicisti e soprattutto di uno scatenato Salvo Piparo, con la movimentata e surreale regia di Giuseppe Sottile del Basto, si rappresenta, tra sorrisi e profonde riflessioni, una Sicilia farsesca e tragica proprio come tragico è il senso della vita dei siciliani.

“Buttanissima Sicilia”
di Pietrangelo Buttafuoco
Riadattamento scenico di Salvo Piparo
Testi di Pietrangelo Buttafuoco, Salvo Piparo, Salvo Licata, Giuseppe Sottile, Ficarra & Picone
Con Salvo Piparo, Costanza Licata e Irene Maria Salerno
Regia di Giuseppe Sottile del Basto
Musiche di Costanza Licata e Rosamaria Enea
Manifestazione #Diventeràbellissima- Vecchia Dogana-Catania-10 Settembre 2015