Può suonare strano che una rivista di drammaturgia contemporanea come la nostra si accosti ad un mito antico, ma quello di Èdipo è mito così antico e profondo da essere divenuto universale e quindi “anche”, se non soprattutto da un certo punto di vista, profondamente contemporaneo. E non solo nel suo aspetto filosofico ma anche in quello drammaturgico perché la riscrittura sofoclea nel più puro insegnamento aristotelico rappresenta una sorta di matrice rispetto alla quale confrontarsi e rispetto alla quale non può non confrontarsi chi pensa, chi elabora e chi fa teatro ai nostri giorni, anche se non lo riconosce ovvero non ne è consapevole.
Ce ne ha dato piena conferma Umberto Curi nel corso di una conferenza dibattito tenutasi, il 6 ottobre, al Palazzo Ducale di Genova per il ciclo “Meraviglie filosofiche”, ciclo che si preannuncia così di estremo interesse.
In effetti quella del docente padovano, stimato per la sua capacità di aprire la antichità greca alle suggestioni più moderne e più prossime non tanto alla nostra sensibilità quanto al nostro fare, per chi di teatro oggi si occupa, più che una conferenza è stata una narrazione articolata in forme estetiche intrinsecamente drammatiche e drammaturgiche, all’interno della quale squadernare, con progressione appunto aristotelica e nella loro pregnante verosimiglianza, il senso degli eventi e delle vicende narrate.
Dunque non solo a Tebe o Corinto o Delfi duemila e cinquecento anni fa, ma qui e ora, come solo il teatro può fare, quando riesce a farlo con tale rara perfezione.
Ma oltre le vicende e le loro pluristratificate significazioni, Umberto Curi ha mostrato come nell’Edipo di Sofocle possiamo ancora oggi leggere la struttura stessa del teatro nel suo svilupparsi in scena e le modalità immodificate del suo aprirsi alla sincerità.
Così l’agnizione ed il ribaltamento tragico sono apparse non filologici frammenti di ciò che non è più, ma piuttosto insegnamenti coerentemente contemporanei.
Il pubblico, che era numeroso come spesso non capita durante la stagione, lo ha immediatamente percepito e ha vissuto l’evento proprio come a teatro.