Pin It

E’ stata una serata tra amici e parenti quella organizzata lo scorso 30 dicembre al Centro Zo di Catania per ricordare l’autore, attore e regista catanese Carmelo Vassallo, scomparso a Milano lo scorso 10 luglio, a 55 anni. Durante l’incontro, tra aneddoti, letture, interventi della sorella e degli attori Savi Manna e Biagio Guerrera, proiezioni dei suoi taglienti drammi sociali come “Lupo”, “Donna Nedda” o dell’esilarante “To Re-Show” (Turisciò), un format teatrale d’intrattenimento, è stata rievocata la figura, la carriera, le opere di Carmelo Vassallo. Tutti, durante la serata rievocativa, soprattutto chi ha avuto la possibilità di recitare con lui nei lavori dedicati alla sua Catania, come “Lupo” o “Donna Nedda”, hanno sottolineato la forza, il carisma, l’intima unione col dialetto catanese, che sprigionava dalla sua recitazione. E’ stato ricordato il suo passato da calciatore, dei suoi trascorsi con l’Interclub, la possibilità di approdare alla Fiorentina, l’esperienza con il Catania sino all’abbandono del mondo calcistico per intraprendere l’attività artistica, teatrale, vivendo a lungo a Milano ed a Genova, collaborando tra gli altri con il Teatro della Tosse e il Teatro Porta Nuova. “Carmelo Vassallo – ha ribadito durante la serata Biagio Guarrera, in scena con lui in “Lupo” - è stato forse l’ultimo, grande cantore del dialetto catanese in una linea che proviene direttamente da Micio Tempio e salda la cultura popolare con la grande cultura letteraria e artistica”. I testi teatrali di Vassallo, “Lupo”, “Farfalline” e “Donna Nedda” sono stati tutti prodotti, insieme al “To Re-show (Turisciò)”, da Zo centro culture contemporanee di Catania. Ed attraverso la forza devastante di un dialetto, di una gestualità genuina, come quella del protagonista di “Lupo”, di una storia che lascia il segno, in cui nel quartiere catanese di San Cristoforo, si narra una storia di omosessualità, precipitando a poco a poco nel buio della psiche, si può conoscere meglio il teatro graffiante, anticonformista, scomodo di Carmelo Vassallo, artista che nel suo modo di essere, nelle sue opere raccontava la sua città, soffermandosi sulla Catania popolare, degli emarginati, soffocati dal loro status sociale, offrendo uno spaccato di una periferia degradata, dove si intrecciavano, storie surreali, tragiche, paradossali, ma tanto, tanto vere. Questo era il teatro che preferiva Carmelo Vassallo e che, da catanese purosangue, era andato via dalla sua città, con la quale aveva un rapporto controverso, ma era poi voluto tornare per regalarle delle opere che hanno riscosso e continuano a suscitare i consensi di pubblico e critica.