È vero: gli spettacoli di Scimone e Sframeli, nel loro ritmo misterioso e singolarissimo, trasudano di elementi di cultura teatrale novecentesca e contemporanea in ogni loro minimo segmento: l’ironia tagliente, la passione per il silenzio, lo spaesamento dei personaggi, l’attesa come dimensione esistenziale, la passione per l’inconoscibile, l’intelligenza critica (e politica) che tutto mette in discussione; eppure talvolta è bene non dimenticare che il teatro ha innanzitutto a che fare con la dimensione più autentica e profonda dell’umano e che quindi è alla saggezza umana che deve attingere ed è la saggezza che deve sollecitare. Così vien fatto di pensare dopo aver visto “Amore”,
l’ottava commedia di questo ensemble, al debutto nazionale nel Teatro “Vittorio Emanuele” di Messina dal 5 all’ 8 novembre. Il testo è di Spiro Scimone, la regia di Francesco Sframeli, la scenografia di Lino Fiorito (alla sua terza collaborazione, dopo “Pali” e “Giù”), mentre in scena, oltre agli stessi Scimone e Sframeli, ci sono Gianluca Cesale e Giulia Weber (una novità quest’ultima presenza, perché se è vero che in tutti i lavori di questa compagnia l’elemento femminile, anche in absentia, è sempre centrale nelle dinamiche drammaturgiche, questo è il loro primo spettacolo che vede in scena un’attrice). È, in qualche modo, una poeticissima consapevolezza del limite, ovvero del corpo e della morte, il tema che si dispiega con coraggio in questo lavoro fino a scendere negli angoli più nascosti (teneri, patetici, tragicomici) dell’umano: ecco apparire quindi, nella scarna oscurità dello spazio scenico, in cui campeggiano soltanto due sepolcri marmorei, una coppia di vecchietti che, tra pannoloni da cambiare, creme da spalmare e dentiere da lavare, tra dialoghi surreali, ironia e amari motivi comici, si accudiscono ancora teneramente, dopo anni di convivenza; ed ecco ancora una coppia omosessuale, due pompieri che, dopo decenni di amore clandestino, di incontri segreti e mai soddisfacenti, si sono stancati di nascondersi. Si baciano allora, si abbracciano, fino a giungere insieme e con una nuova, sfuggente eppure luminosa, consapevolezza sulla soglia del silenzio. Il tempo all’improvviso si contrae, l’iniziale fragilità della drammaturgia scarta e il suo tessuto simbolico e allusivo viene alla luce, le due tombe diventano giacigli e addormentarsi insieme non è più morire ma vivere di vita vera. Dopo il debutto messinese lo spettacolo comincerà la sua tournee con repliche a Cagliari, nel gennaio 2016, e poi a Bologna (in aprile, all’“Arena del Sole”, nel contesto di un progetto monografico in collaborazione col Dams) e a Milano (in maggio, all’“Elfo Puccini”).
Amore: di Spiro Scimone, regia di Francesco Sframeli, con Spiro Scimone, Francesco Sframeli, Gianluca Cesale, Giulia Weber. Scena di Lino Fiorito, disegno luci Beatrice Ficalbi, regista assistente Roberto Bonaventura, realizzazione scena Nino Zuccaro. Produzione compagnia Scimone Sframeli in collaborazione con Théâtre Garonne Touluouse