Con questo suo breve scritto Marco Martinelli si pone di fronte, e soprattutto ci pone di fronte, al Teatro e al suo teatro articolando una sintassi che è simile ad un assedio che, talora sofferto fino ad apparire dolente, vuole aprire varchi (101 per l’esattezza, è questo infatti l’icastico sottotitolo del saggio) nel cuore stesso del mistero del teatrare.
Un tentativo più lirico che teorico/estetico, soprattutto per quanto di concretamente esistenziale vi è rintracciabile, e che più che ripercorrere spazia sopra ai capisaldi di oltre trent’anni di vita teatrale con i suoi successi e i suoi arretramenti, ma anche, e credo in particolar modo, trent’anni di “relazioni”, dalle più intime e fondative, quella con Ermanna Montanari su tutte, a quelle artistiche e intellettuali, che hanno accompagnato e nel profondo costituito e dato materia ad una creazione artistica che cerca di trasformare la soggettività e le soggettività in percorso collettivo e comunitario.
Non a caso emerge come centro di una peripezia aperta come la spirale di Jarry la capacità di integrare e valorizzare, capacità che nella “non scuola” ha trovato la sua traduzione pratica del fare ed insieme quella estetica del pensare il teatro. Un assedio riuscito e attraverso i varchi così aperti irrompono i compagni di un viaggio ormai lungo ma che sembra sempre appena cominciato. Marco Martinelli usa qui, e non è in lui usuale, una scrittura talvolta tagliente contro quelli che appaiono ai suoi occhi i nemici del teatro, o meglio della sincerità del teatro come lui la intende, tanto più tagliente, forse, quanto più è il timore che quelli appaiono suscitare.
Un libricino breve ma profondo che merita, a mio avviso, di accompagnare quanto già fatto dal “Teatro delle Albe” ma che in particolare sembra anticipare quello che, dal “Teatro delle Albe”, ancora deve venire.
Per acquistare il volume
Farsi luogo. Varco al teatro in 101 movimenti
di Marco Martinelli
Cuepress 2015
47 pagg € 4,99