Al centro della pièce l’impossibilità, l’inettitudine per l’uomo a raggiungere la felicità, a trovare un punto d’incontro, ritrovandosi alla fine insoddisfatto nel proprio mondo, nelle relazioni amorose ed all’interno della società. Su tale assunto si sviluppa “Opera panica” (Cabaret tragico) di Alejandro Jodorowsky, pioniere dell’avanguardia teatrale cilena, messicana ed europea sin dalla fine degli anni Quaranta. La pièce, produzione Dovecomequando/Festival Inventaria, è stata proposta al Teatro Musco di Catania, all’interno della stagione dello “Stabile” etneo, per la regia di Pietro Dattola. In circa 80 minuti lo spettacolo, con i costumi di Maria Francesca Palli, si avvale dell’impianto scenografico di Alessandro Marrone, essenzialmente spoglio e con due colori dominanti: il nero ed il rosso. Sul palco quattro personaggi che, tra comicità circense, ironia tragicomica,
danno vita a lunghi dialoghi, spesso deliranti, demenziali, ripetuti e che raccontano l’uomo, le sue relazioni, i suoi tormenti, le insoddisfazioni e le passioni. Il tutto si svolge in ventisei mini-quadri e veloci cambi di scena e giochi di luce e buio, alternando l’aspetto lievemente esilarante e comico, a quello tragico e che mira a far riflettere sui temi più significativi della vita umana, nelle sue varie sfaccettature e situazioni.
Ecco quindi incontrarsi e scontrarsi in scena ed a tratti dialogare col pubblico in sala, un simpatico clown, un mago, un lanciatore di coltelli ed una assistente che riassumono la tragedia, la ferocia dell’umanità, mascherata da una lieve comicità: personaggi che si muovono, si esprimono, sul confine del nonsense, dell’assurdo, del cabaret circense e tragico, rappresentando proprio quell’inettitudine umana a raggiungere la felicità, quell’incomunicabilità ed incomprensione irreversibile.
Lo spettatore quindi assiste ad un confronto-scontro tra l’aspetto comico ed ingenuo, rappresentato dal clown ed il cinismo, il voler primeggiare e la prevaricazione sull'elemento più debole degli altri personaggi ed alla fine si assiste proprio alla sconfitta del clown che muore annegato. Per il pubblico, una risata amara, una riflessione tragica da situazioni e quadri altamente surreali e demenziali e che vengono ben rappresentate dai quattro protagonisti: l’applauditissima Flavia Germana de Lipsis nei panni del clown, Letizia Barone Ricciarelli è l’assistente, Andrea Onori il Mago e Marcello Paesano è il lanciatore di coltelli.
Spettacolo che, malgrado l’attenta regia di Pietro Dattola e l’impegno dei quattro protagonisti, non convince pienamente per una comicità spesso ripetitiva e per l'estrema frammentarietà della pièce che tocca solamente in superficie il disagio esistenziale, l’incomunicabilità, che voleva porre in evidenza l’autore.
Opera Panica
(Cabaret Tragico)
di Alejandro Jodorowski
Regia di Pietro Dattola
con Letizia Barone Ricciardelli, Flavia German de Lipsis, Andrea Onori, Marcello Paesano
Costumi di Maria Francesca Palli
Scenografia di Alessandro Marrone
Produzione Dovecomequando/Festival Inventaria
Stagione Teatro Stabile di Catania - Sala Musco Catania - 2-7 Febbraio 2016
Foto Novella Oliana