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C’è lo stato di precarietà dell’artista, dell’attore, il fascino della professione, il confine sottile tra realtà e finzione e soprattutto c’è la vita quotidiana, la coesistenza degli esseri umani, con le sue incertezze, le sue peculiarità e fragilità. Questo e tanto altro troviamo in “Prova”, versione italiana di “Répétition”, spettacolo scritto e diretto da Pascal Rambert, che proprio per questo atto unico è stato insignito in Francia del Premio annuale per la letteratura e la filosofia intitolato a Emile Augier. La piècè, produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, è stata ospite dello “Stabile” di Catania, al Teatro Verga, nell’ambito del cartellone tematico 2015-2016 “#fatti non foste ad esser come bruti”. Quello di Pascal Rambert, è un lavoro, nella traduzione di Bruna Filippi, incentrato, così come “Clôture de l’amour”, sulla parola, sulla forza delle parole e che si trasforma quindi,  nelle due ore 

ininterrotte di durata, in una autentica prova d’attore per i quattro protagonisti. Su un palco, con uno solo tavolo e delle sedie (l’impianto scenografico volutamente asciutto è di Daniel Jeanneteau) e con il gioco luci di Yves Godin, in una sala prove, si confrontano i componenti di una compagnia: Laura e Anna (attrici), Luca (scrittore) e Giovanni (regista). I quattro, attraverso quattro monologhi (il primo di Anna, il secondo di Laura e poi a seguire Luca e Giovanni), riassumono, certificano, ognuno con la propria forza espressiva e delle parole, l’implosione della loro unione artistica.
Il pubblico, attento, assiste quindi a quattro monologhi intensi, duri, convincenti e di alta scuola teatrale, in cui gli attori protagonisti esprimono tutta la loro forza, utilizzando il loro spazio, circa 30 minuti per ognuno, per dare una spiegazione a quello che sta succedendo alla loro unione, alla loro struttura. Basta un semplice sguardo, scambiato tra Luca e Laura e colto da Anna, la sua amata, desiderata a sua insaputa da Giovanni e da tutto ciò viene fuori un diluvio di parole, di passioni, di rivelazioni che disintegrano la loro struttura artistica. Emergono confessioni e ricordi, considerazioni sul linguaggio, sulla parola, stralci di una pièce sulla vita di Stalin che non sarà mai rappresentata, considerazioni sulla società, sugli errori che si ripetono di generazione in generazione e anche sulla funzione dell’artista.
L’autore non consegna al pubblico soluzioni o risposte, ma attraverso i quattro protagonisti illustra delle possibili vie d’uscita alle contraddizioni createsi: Anna, tra ira e riflessioni, opta per la fuga dalla struttura e forse dalla realtà, Laura sceglie la strada della carnalità e del sesso, Luca da scrittore pieno d’amarezza opta per quella della scrittura come forma di conoscenza ed infine il regista del gruppo, Giovanni sceglie la via della ribellione e cerca di dare speranza, di spronare anche lo spettatore in sala, invitando ad un pronto risveglio per opporsi alla dilagante noia che ci opprime.
Una pièce che la regia di Pascal Rambert mantiene sempre su ritmi elevati, anche se l’unica azione evidente è quando l’attore si accascia a terra, una volta finito il monologo e cede la parola all’altro protagonista. Lo spettacolo è, comunque, vitale, pieno di energia, grazie alle parole travolgenti, ad un gioco che coinvolge il corpo, tra silenzi, sguardi, confidenze, ipotesi, aggressioni, verità e finzioni.
Protagonisti dello spettacolo, tutti in splendida forma e convincenti, Anna Della Rosa, Luca Lazzareschi, Laura Marinoni e Giovanni Franzoni, che forniscono una grande prova di recitazione, dando la giusta enfasi alla loro prestazione. Tutti e quattro sono abili a varcare con le loro parole i confini tra realtà e finzione, tra rappresentazione e vita di tutti giorni, esaltando proprio la scrittura, l’arte e l’atto creativo che finisce quasi per avere più credibilità, più affidamento della realtà che si affronta scendendo dal palcoscenico, uscendo dalla sala prove. Per il testo, la messinscena  e per i convincenti protagonisti alla fine i reiterati applausi del pubblico in sala.

“Prova”
di Pascal Rambert
Traduzione di Bruna Filippi
Regia, coreografia e costumi di Pascal Rambert
con Anna Della Rosa, Laura Marinoni, Luca Lazzareschi, Giovanni Franzoni
Scene di Daniel Jeanneteau
Luci di Yves Godin
Assistente alla regia Virginia Landi
Foto di scena Luca del Pia
Produzione E.R.T. Emilia Romagna Teatro Fondazione
Stagione 2015-2016 Teatro Stabile di Catania - Sala Verga - 15-20 Marzo 2016