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Attore, autore, direttore artistico del Teatro comunale di Santa Maria a Monte (provincia di Pisa) ed anima  dell’associazione “I Pensieri di Bò”, Franco Di Corcia è stato finalista alla quinta edizione del Premio Li Curti 2015 a Cava dei Tirreni-Salerno con “Filumè”, pièce che lo vede nei panni di una delle eroine più note delle opere di Eduardo, ovvero Filumena Marturano. Abbiamo incontrato ed apprezzato Franco Di Corcia recentemente a Catania, al Teatro del Canovaccio, proprio in occasione della messa in scena di "Filumè - Una Voce e Mille Pensieri", pièce liberamente ispirata a "Filumena Marturano" di Eduardo De Filippo. Di Corcia, tra un impegno e l’altro, ci ha parlato della sua

frenetica attività, dei suoi progetti, della sua passione per il teatro e naturalmente dell’esperienza di “Filumè”.
“La mia passione per il Teatro - spiega Di Corcia - nasce da giovanissimo e come tanti le mie prime esperienze sono state nel teatrino della parrocchia, poi da studente universitario vivo a Firenze la mia prima e vera esperienza di Teatro frequentando il Centro di Avviamento all’Espressione di Orazio Costa e partecipando alle lezioni della Bottega teatrale di Firenze, fondata da Vittorio Gassman. Affascinato e spaventato dal Teatro respiro, in punta di piedi, tante esperienze teatrali fiorentine fino a giungere alla conclusione che il Palcoscenico fosse l’unica  Casa che avrei voluto abitare. Cibandomi di ‘pane e De Filippo’ (Eduardo De Filippo) maturo una naturale propensione al racconto ‘eduardiano’, innamorandomi fin da subito delle Verità che in Teatro si vivono. Sono per  fortuna  o la sfortuna  un’anima eclettica, non mi lego a nessun genere teatrale e accetto con entusiasmo le sfide di generi diversi: dall’opera alla prosa classica, passando dalla sperimentazione contemporanea con contaminazioni di linguaggi artistici diversi: la musica, la danza, la pittura, la scultura, la fotografia, la poesia ecc.”.

Raccontaci del tuo lavoro, della tua attività come “costruttore di emozioni” con I pensieri di Bò
“Tutto ruota intorno al Teatro, ma con mille sfaccettature diverse. Mi occupo della conduzione di Laboratori Teatrali; della  ideazione e della gestione di ‘progetti culturali’ rivolti soprattutto alle nuove generazione; dal 2006 gestisco un Progetto di Teatro per le Scuole (denominato Narrativa In Scena); infine, dirigo e gestisco una Scuola privata di recitazione (La Scuola di Bò). Dal 2014 sono il Direttore Artistico del Teatro di Santa Maria a Monte, provincia di Pisa) ed in questa nuova veste stiamo lavorando affinché il Cartellone artistico e culturale “La Bella Stagione”  diventi un punto di riferimento importante per il territorio capace di dialogare con le altre realtà teatrali più importanti come La Città del Teatro di Cascina, diretto da Donatella Diamanti, il Teatro Era di Pontedera (divenuto - insieme al Teatro La Pergola di Firenze - Teatro Nazionale) diretto da Roberto Bacci, il Teatro Di Bartolo di Buti diretto da Dario Marconcini ecc.
Ho la fortuna di vivere artisticamente in un territorio ricco di Teatro e di ‘aspettative per il Teatro’ e questo rappresenta un grosso stimolo a non arrendersi mai e di essere sempre curiosi ed aperti alle novità, che spesso vengono dalle piccole realtà teatrali.
Oltre a fare – alla meno peggio – “l’imprenditore culturale”, scrivo per il Teatro da sempre e curo la regia di tutti i miei spettacoli. Tutto questo all’interno di una struttura, I Pensieri di Bò che hanno avuto il coraggio di creare, in questi primi 15 anni,  una ‘credibilità artistica’ soprattutto fra i giovani. Voglio ricordare che il primo pensiero su cui si fonda l’attività de I Pensieri di Bo’, è una frase di Albert Einstein che dice “Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa”. Ecco, io sono quello sprovveduto! E da ‘sprovveduto che non sapeva’ sono diventato un costruttore di emozioni”.

Secondo te cosa si aspetta oggi il pubblico da un attore sulla scena?
“Posso dire da ex timido, da ex balbuziente e da ex introverso che davanti al pubblico provo rivincita e vincendo le vecchie paure vivo e faccio vivere in scena le verità delle storie, dei personaggi. Che poi è quello che, secondo me, oggi lo spettatore si aspetta da un attore in scena, ovvero essere travolto dalla verità delle emozioni”.

La crisi del teatro e la nuova drammaturgia…
“Chi ci ha governato e ci governa non ha ancora capito che la vera crescita di un Paese passa dalla Cultura e non dalla sottocultura. Il Teatro, l’Arte, la Cultura in generale creano esseri pensanti capaci di analizzare criticamente il proprio tempo, diventando ‘liberi’ nel pensiero senza essere omologati alle mode e al ‘pensare altrui’.  Comunque il Teatro viaggia e sopravvive  nonostante l’ottusità dei governi a tagliare proprio laddove dovrebbero investire – grazie ad una classe sociale non riconosciuta e sacrificata: l’artista. Mi auguro che il Teatro e la nuova drammaturgia diventino sempre più un modo, uno strumento, che permetta di orientarci nella contemporaneità, ma non il modo in cui sentirsi contemporanei. Anche nella riproposizione di opere classiche occorre ricercare un senso di contemporaneità, tirandone fuori l’essenza per proporla in maniera viva, attuale e ancora sorprendente”.

Come è nata e cresciuta negli anni “Filumè” e cosa continua a darti?
“Era un sogno nel cassetto da tantissimi anni e mi sembrava irrealizzabile ed infatti ci sono voluti più di nove anni per maturare in me la consapevolezza che non avrei commesso nessun ‘sacrilegio’ se avessi interpretato ‘io-uomo’ Filumena Marturano. L’idea di partenza del progetto artistico di Filumè era e rimane la VOCE: come strumento di trasmissione delle emozioni. E rimane comunque uno spettacolo ancora in costruzione, che si arricchisce di volta in volta di sfumature nuove. Non è stato facile trasformare in un monologo una commedia in tre atti di Eduardo De Filippo, senza tradirne la storia ma arricchendola - drammaturgicamente - di ‘pensieri’ che la nostra Filumè vuole raccontare al pubblico. A Filumè devo tutto, perché mi ha dato e continua a darmi il ‘coraggio’ di vivermi pienamente come attore e come artista”.


I sogni ed i prossimi impegni di Franco Di Corcia…
“Di sogni ne ho molti, ma uno è ancora legato a Filumè, ovvero poter recitare la mia Filumè davanti alle grandi interpreti Isa Danieli, Lina Sastri e il mio idolo Sofia Loren.
Riguardo ai miei prossimi impegni come regista e drammaturgo sto lavorando alla  rilettura teatrale del film La Strada di Fellini, alla messa in scena nel prossimo autunno inverno di ‘Non c’è nessuno’ (spettacolo su la Legge Merlin) e ad ‘Emma e le altre’ (Donne nella resistenza italiana), ‘Eduard’ (Omaggio a Eduardo de Filippo), “Uno di meno” (spettacolo su Pasolini) e alla produzione di una rilettura della Commedia Musicale ‘Se il tempo fosse un gambero” di Garinei e Giovannini.
Inoltre stiamo anche lavorando all’uscita di un libro su Filume’, curato da Laura Bonocore e costruito dall’incontro di persone che hanno respirato con noi lo spettacolo ed altri impegni sono legati alla costruzione del nuovo cartellone 2016/2017 de La Bella Stagione del Teatro di Santa Maria a Monte e alla gestione delle attività artistiche della prossima Estate 2016”.