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Ininterrottamente, per circa due ore, tiene inchiodato alla poltrona lo spettatore, coinvolgendolo con degli interrogativi attinenti alla vita, alle gesta di un personaggio come Galileo Galilei. Marco Paolini, attore veneto principe del teatro civile italiano, al teatro Ambasciatori di Catania, per la stagione dello Stabile etneo e per la rassegna TE.ST. propone, da solo sulla scena, “ITIS Galileo” di Francesco Niccolini e Marco Paolini, produzione Michela Signori – Jolefilm e la consulenza storica di Giovanni De Martis. Si tratta di una sorta di spettacolo-studio, di un lavoro di approfondimento dedicato alla figura del padre della scienza moderna, quello che agli occhi dei contemporanei appare come un grande divulgatore dei propri studi, ma soprattutto e una mente aperta al dubbio. Paolini comincia a velocità supersonica (1800 chilometri al minuto), la velocità alla quale gira la terra con tutti noi che ci stiamo sopra e che non percepiamo questo movimento di rivoluzione del nostro pianeta intorno al sole. Ad inizio spettacolo in platea, accanto ad un leggio, Paolini coinvolge uno spettatore facendogli leggere alcune pagine del copione, trascina, il pubblico con un corposo, intelligente, mai noioso excursus tra passato e presente, che disegna epoche distanti nel tempo, ma per certi aspetti non così diverse. Secondo il modo di fare teatro, di raccontare storie, di Paolini, tra sorrisi e riflessioni profonde a cavallo, spesso, tra poesia e filosofia, ecco affiorare la vita di Galileo, i suoi affetti, la sua formazione, i fasti del ’600, Keplero e Campanella, Venezia e Padova che rappresentano il suo trampolino di lancio Grazie al meccanico padovano Marcantonio Mazzoleni, realizza il famoso cannocchiale che lo porterà a superare la fama del celebre contemporaneo William Shakespeare. Con pochi oggetti scenici attorno e con una sfera sospesa con catene al centro del palcoscenico, Paolini fa rivivere il suo Galileo, un eroe moderno, senza mito, oltre che genio senza laurea, uomo che, però, non se la sente di morire, come Giordano Bruno, per le sue idee, ma è sempre un simbolo in lotta per la “legittimità di sbagliare”. Partendo dal rapporto tra chiesa, scienza e magia, Marco Paolini si impegna per spiegare al pubblico come mai, in un mondo dominato dal progresso, l'oroscopo ha ancora un suo seguito e la magia è tornata a governare il futuro, con il nostro mondo che cerca consolazione negli astri. Con Galileo durante lo spettacolo emergono teorie, figure quali Copernico, Tolomeo e Keplero e si mettono insieme biografie, studi, note e tante domande. Lo spettatore in sala ritrova quindi, attraverso l’arte affabulatoria, la simpatia, i riferimenti al presente, parlando del passato, di Paolini, non il Galileo conosciuto sui banchi di scuola, il divulgatore dei propri studi, ma la mente di uno studioso, costretto ad abiurare dall’oscurantismo della Chiesa, che rimane aperta al dubbio fino alla vecchiaia. Lo spettacolo è un viaggio guidato intorno ai massimi sistemi che regolano l’universo e che Galileo Galilei ha scoperto ed affermato con la forza dell’indagine empirica e del pensiero. Paolini nel suo racconto, nella sua esposizione lineare, chiara, anche se impegnativa da seguire, non fa mai calare la tensione e da solo in scena, ammalia il pubblico ripercorrendo la storia dell’astronomia e il mondo della fisica tra Cinquecento e Seicento. Il materiale drammaturgico che compone lo spettacolo Paolini l'ha assemblato circa due anni fa, tenendo delle lezioni in varie scuole sulla figura del grande scienziato, coniugando scienza, informazione e divertimento e poi è passato a una stesura quasi definitiva per il palcoscenico.  “Itis Galileo”, come i lavori di Paolini, è uno spettacolo che cattura, che fa riflettere ed alla fine riscuote i consensi, gli applausi del pubblico.