Se il teatro è etimologicamente “il guardare” le interferenze e le interazioni con l’arte figurativa sono proprie della sua natura, sono ad essa implicite e compendiano ed integrano le suggestioni complessive di ogni messa in scena. Questa interessante iniziativa dei torinesi di “Stalker Teatro” ha la finalità e, a mio avviso, anche il merito di esplicitare, di portare alla luce della superficie questa intima correlazione, questo intreccio che si dipana nella reciproca coerenza delle diverse esperienze creative.
La compagnia Stalker Teatro gestisce da qualche anno gli spazi multifunzionali di Officine Caos, alle Vallette di Torino, quartiere periferico (nasce all’epoca di “Italia 61”) già in
progressivo degrado e ora animato, come per fortuna ancora accade in alcune nostre città, da fermenti di rinascita, fermenti al cui interno l’attività di una compagnia teatrale può e spesso riesce ad agire come un lievito fecondo.
La Compagnia Stalker lo fa gestendo le relazione con la comunità di quel quartiere e promuovendone la partecipazione attraverso seminari e laboratori che coinvolgono i suoi membri talora con un successo che va oltre le più ottimistiche aspettative.
Ma oltre questa sua funzione “sociale”, anzi proprio per integrarla e renderla veramente feconda e fecondante, gestisce lungo tutto l’anno una stagione teatrale con un cartellone assai ricco soprattutto di esperienze di ricerca e con uno sguardo molto aperto agli orizzonti della drammaturgia contemporanea e dei linguaggi innovativi sia italiani che europei.
Talora, infatti, è proprio in questi spazi apparentemente periferici ma in realtà solo “extra-istituzionali”, cioè in parte estranei alla istituzione “Teatro”, che il nuovo che il teatro italiano ed europeo, e ciò che produce, trova l’occasione per mostrarsi.
Venendo alla iniziativa in questione, il cui titolo stesso (Metropolitan art) suggerisce i forti legami con la città e che ha occupato tre fine settimana da sabato 11 a domenica 26 giugno, per sei appuntamenti complessivi, questa nasce dalla collaborazione con il Museo di Arte Contemporanea di Rivoli che, al di là degli spazi singolari e straordinari della residenza sabauda che lo ospita, appare uno dei più dinamici in Italia.
Così attraverso l’interazione con alcune delle opere ivi esposte, tra l’altro in continuo mutamento e rotazione, i performers di Stalker Teatro, insieme ai partecipanti ai vari laboratori e ai semplici cittadini frequentatori dei diversi workshop, hanno elaborato un loro singolare spettacolo, il cui titolo è di per sé stesso un commento: “Reaction”.
È uno spettacolo che elabora e traslittera in movimento scenico le suggestioni che le opere d’arte hanno prodotto sulla compagnia e su quelli che la compagnia circondano e alla compagnia in vario modo partecipano.
Nove quadri in movimento, un movimento che sembra paradossalmente man mano prodursi dall’immobilità figurativa dell’arte, anche quando si anima in performance sonore e luminose, una “statica” ben rappresentata sin dall’inizio dello spettacolo, all’interno del quale i performers sono infatti introdotti fasciati e intrigati come i panni di gesso delle statue.
Da lì il movimento si libera riempiendo lo spazio del palcoscenico ed il tempo del pubblico che in tale movimento è sempre più coinvolto. All’interno di esso simboli e metafore di una società in perenne evoluzione (o involuzione?) si offrono come residui di un naufragio forse avvenuto o forse ancora evitabile, residui in vendita come tutto ciò che ci circonda.
Gli spettatori, e con loro la città, viene infine coinvolta nello stesso processo creativo, che infatti viene ripercorso ogni volta dagli spettatori stessi che prima dello spettacolo sono, per questo, accompagnati al museo di Rivoli.
Lo spettacolo, progettato e diretto da Gabriele Boccacini che è anche direttore artistico della compagnia, vede protagonisti non solo i performer di Stalker Teatro (Adriana Rinaldi, Dario Prazzoli, Stefano Bosco, Erika Di Crescenzo, Luisella Campesan, Elisa Rocchietti) ma anche numerosi comuni cittadini che con intensità contribuiscono al complessivo effetto attrattivo e di coinvolgimento.
Le luci ed il suono sono di Andrea Sancio Sangiorgi, Michele di Erre e Giorgio Peri, le musiche originali e piuttosto belle di Riccardo Ruggeri e Martina Casale.
Un evento interessante, apprezzato da chi vi ha partecipato e che premia gli sforzi degli organizzatori e degli importanti sostenitori. Per ulteriori informazioni segnalo a chi ne avesse interesse il sito della compagnia: www.stalkerteatro.net.
Foto Giulio Cervellati