Sono ormai moltissime, ma sempre troppo poche, le iniziative in giro per la penisola che, con la formula della rassegna, del concorso o del festival, propongono vetrine di assaggi o estratti di spettacoli realizzati per lo più da giovani artisti, allo scopo di fornire loro un'occasione di visibilità ed eventualmente di contatti con produzioni ed operatori teatrali. Moltissime ma sempre troppo poche a giudicare dalla cronica difficoltà di produzione e distribuzione di nuovi spettacoli da parte di chi ha pochi mezzi e talvolta molto talento. Ma l'occasione di misurarsi con il pubblico, anche se spesso composto quasi esclusivamente da addetti ai lavori, di confrontarsi con altri artisti e con osservatori di maggiore esperienza è sempre un'occasione di crescita e motivazione, un incoraggiamento a non demordere e a portare avanti la propria vocazione alla scena. Nogu Teatro ha organizzato,
nella terza settimana di dicembre, l'ottava edizione del Nops festival che rientra a pieno titolo nell'ambito di queste meritevoli iniziative di cui sopra. Mai titolo fu più esplicito dato che Nops sta proprio per "Nuove opportunità per la scena". E a dire il vero la formula del festival, basato sul consueto concorso con giuria e premi finali, presenta dei valori aggiunti rispetto a tante iniziative similari. Nell'arco di una settimana (dal 13 al 18 dicembre) sono andati in scena nel delizioso Teatro di Documenti di Roma, sedici brevi performances, divisi in tre categorie: Compagnie che hanno rappresentato un estratto del loro spettacolo, studi frutto di una residenza di 20 ore presso la sala prove di Nogu teatro, drammaturgie inedite messe in scena dalla stessa compagnia organizzatrice. Dunque opportunità per compagnie di mostrare un estratto del loro lavoro, opportunità per artisti di lavorare ad un nuovo progetto e mostrare un primissimo studio, opportunità per autori di vedere in scena il loro testo. A tutto questo va aggiunta l'iniziativa della serata finale di una chiacchierata tra artisti partecipanti e giuria con tanto di bicchiere di vino. Personalmente ho avuto modo di vedere alcuni degli spettacoli in concorso e ho potuto constatare una varietà interessante di linguaggi, approcci e idee. Rappresentazioni caratterizzate da una buona applicazione e molto entusiasmo ma, ahimè, non grande tecnica attorale e registica, con alcune felici eccezioni nel caso degli allestimenti realizzati proprio dalla Compagnia organizzatrice. Va detto comunque che non ho assistito a molte delle proposte del festival e che comunque si tratta di allestimenti preparati in brevissimo tempo. La vocazione alla promozione di novità da parte del festival è comunque confermata dall'approdo di alcuni spettacoli nel cartellone di due teatri off della capitale: lo stesso Teatro di Documenti e Il Teatro Trastevere.
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