Così come nel suo stile e nella filosofia di lavoro il regista catanese Elio Gimbo, che dei lavori del grandi autori del passato scava, indaga, ricerca gli agganci con il nostro quotidiano, anche stavolta non si smentisce e mette in scena una pièce gradevole, ricca di spunti ed estremamente attuale. Lo spettacolo in questione, proposto a Catania, nella nuova residenza artistica del gruppo Fabbricateatro, è “Il Principe”, tratto dal celeberrimo testo di Niccolò Machiavelli, produzione del Centro Teatrale Fabbricateatro. In occasione dell’inaugurazione del nuovo spazio teatrale intitolato al regista e maestro di tanti giovani attori, Giuseppe Di Martino, in via Caronda 82-84, a Catania, il regista Elio Gimbo propone, sino al 26 Marzo, un atto unico di circa 40-50 minuti che agganciandosi ai dettami, ai principi del Machiavelli, in merito alla conquista del potere e dei collegamenti con i
caratteri di chi dovrà guidare un popolo, propone agli spettatori, collocati a ridosso dei tre interpreti, una particolare riflessione sulla trasmissione del potere nella cultura italiana, focalizzando l’attenzione su un determinato nucleo familiare.
Attraverso un intelligente montaggio delle azioni, con pochi oggetti scenici (libri ammassati, una macchina da scrivere, un feretro coperto da una bandiera rossa con l’immagine di Che Guevara, tanti gratta e vinci, un coltello e una rosa, uno schermo tv, un cellulare) Gimbo presenta tre personaggi: un padre, una madre ed un figlio alle prese con i progetti, le inquietudini, le aspettative, le delusioni degli italiani contemporanei.
In scena un giovane, un figlio, che cerca di conquistare il potere ed i suoi genitori che si scontrano e poi convergono sui principi della sua formazione. C’è la necessità di mantenere il potere, ma i principi democratici cozzano contro quella strategia. L’atto unico invita, quindi, a riflettere sulla scalata e sul mantenimento del potere, tema di grande attualità che il regista legge, mettendo sul piatto, focalizzando, ingigantendo, una miriade di aspetti.
Protagonisti della pièce Sabrina Tellico (nei panni dell’intensa e vibrante madre), Davide Scalia (il combattuto e deciso padre) ed Antonio Starrantino (il figlio indeciso sulle decisioni da prendere, ma che alla fine sceglie il suo percorso). Nel finale apprezzati poi gli interventi di Massimiliano Tellico, di Sabrina Tellico e di Alessandra Guglielmino che cantano la celebre “Father and son” di Cat Stevens.
Azzeccata da parte del regista anche la scelta delle musiche, tra le quali spiccano il noto pezzo di Cat Stevens, ma anche la dirompente “Tira a campà” di Enzo Jannacci.
Testo - grazie ai dettami del Machiavelli sul Potere e sulle qualità del suo “Principe” - ricchissimo di spunti attuali sulle nostre famiglie, sul nostro paese e su determinate questioni come la vita, la morte, la conquista del potere. Il lavoro analizza anche la contiguità tra qualità personali e capacità di volgere gli eventi a proprio favore, necessaria a dettare la carriera politica del perfetto leader italiano, della ricorrente necessità storica per una leadership autentica di dovere interpretare la differenza politica tra crudeltà necessaria e crudeltà gratuita.
Abile il regista ed autore dell’adattamento a trasformare, a leggere, secondo una visione vicina alle inquietudini attuali, la fine tecnica di scrittura del Machiavelli in una convincente sequenza di veloci battute e azioni, che animano i personaggi in un gioco scenico ispirato dalla più scottante contemporaneità.
Le varie azioni sceniche, che possono anche vedersi come dialogo-diversità di vedute tra genitori e figli, richiamano i funerali o la resurrezione, la morte dei libri o della democrazia, della giovinezza o della vecchiaia, degli ideali o della speranza. Resiste, però, sempre con il mito del Che, l’illusione della rinascita, della rivoluzione, per scardinare la nostalgia, i falsi ottimismi e l’illusione di un sistema becero ed obsoleto.
“Il Principe” di Elio Gimbo, quindi, suggerisce al pubblico tanti spunti di riflessione, anche dal punto di vista dello sguardo, della visione della pièce: dal lato del figlio o dal lato del padre o della madre. Anche stavolta, quindi, come accaduto con “Discorso su noi italiani”, “Faust”, “Riccardo III” ed il recente “Finale di partita”, lo studio del celeberrimo testo di Machiavelli, ha portato il regista Elio Gimbo ad impostare una pièce che guarda alle problematiche politico-sociali dei nostri giorni
Pubblico che, alla fine, oltre ad apprezzare la neonata Sala Di Martino, applaude nella rappresentazione, le intenzioni del regista - non nuovo a queste operazione letteral-politico-teatrali - e riscopre anche la straordinaria attualità della scrittura e del pensiero di Machiavelli, tutt’altro che lontana da noi e dalle nostre paure ed inquietudini mascherate da un falso e vuoto benessere.
“Il Principe”
Adattamento teatrale di Elio Gimbo
da Niccolò Machiavelli
Con Daniele Scalia, Antonio Starrantino, Sabrina Tellico e con la partecipazione di Massimiliano Tellico e Alessandra Guglielmino
Regia di Elio Gimbo
Luci di Elvio Amaniera
Costumi a cura di Fabbricateatro
Produzione Centro Teatrale Fabbricateatro - Sala Giuseppe Di Martino, Catania
9-10-11-12, 16-17-18-19, 23-24-25-26 Marzo