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E’ inquietante, fulminante, coinvolgente per movimenti, suoni ed effetti, la pièce “Noosfera Lucignolo” di Roberto Latini, proposta al Centro Zo di Catania nell’ambito della rassegna “AltreScene 2017”. Nel nuovo percorso di Roberto Latini, attore, autore regista romano, Lucignolo è il primo movimento di un programma intitolato “Noosfera”, parola che sintetizza e definisce la sfera del pensiero umano. Roberto Latini, da solo in scena, accoglie il pubblico seduto su una sedia, con tanto di parrucca, occhi coperti da lenti a contatto bianche, abiti impolverati, cenciosi e sulla sua testa - ma metaforicamente anche su quella degli spettatori - penzola, minacciosa, una corda legata a cappio. La pièce, in circa 60’, ricca di metafore, di immagini mai volutamente chiare, propone un Lucignolo, figlio di un malessere che non si accontenta della sola aspirazione, ma agisce, inseguendo la certezza di un

miraggio e paga il conto del proprio sogno.
Latini ci mostra un Lucignolo sfrontato, inquietante, a volte spettinato con colpi di sole e che si lascia andare a delle risate improvvise come chi non sa più come affrontare “l’immondo mondo, lo strazio di questo spazio”. Ed il pubblico si sente osservato dallo sguardo inquietante di Latini-Lucignolo, imprigionato nella scena particolare (un quadrato bianco, tra una distesa d’acqua in basso e un cappio che penzola dall’alto) e resa più efficace dal gioco luci di Max Mugnai e dai suoni originali di Gianluca Misiti.
L’autore Roberto Latini, preferisce il Lucignolo che rifiuta i compromessi, portavoce dell’utopia dell’arte. Preferisce al Pinocchio che si adegua e bugiardo, l’Asino sfacciato e ignorante, che si mette in gioco e rischia, sfidando l’evidenza ed il testo quindi ammicca al perbenismo desolante della nostra cultura, a chi promette e spinge verso il Paese dei Balocchi, alimentando l’ignoranza e destrutturando la cultura ed il sapere.
Lucignolo sembra cosciente del destino che lo attende, a differenza del personaggio di Collodi, il suo è un destino da bestie da soma per muovere il circo del Paese dei Balocchi, autentica Terra promessa. “C’era una volta un pezzo di legno …Che vuol dire c’era una volta e non c’è più…C’era una volta un paese di M ….” dice Latini - Lucignolo in scena, facendo emergere l’analisi, la critica al sistema che troviamo nel suo nuovo percorso.
Il testo di Roberto Latini, destrutturato, sfilacciato, ritmico ed a tratti angosciante, fa emergere le colpe di chi ha creato un Paese dei Balocchi che ha preso sempre più piede, dove ci sta spingendo l’ignoranza e dove si applaude proprio chi meno sa. E nel finale della pièce c’è un calcio alla sedia di Lucignolo, perdente nell’immondo mondo ed allora si ricomincia con il protagonista, in un pavimento coperto d’acqua, in preda ad una metamorfosi asinina senza parole.
Una proposta frammentata, realistica, che coglie nel segno quella di Roberto Latini che attraverso il suo Lucignolo, metafora spiazzante della nostra epoca, dei nostri confusi giorni, inchioda alle sue responsabilità il pubblico, ognuno di noi, con il suo indice accusatore, facendo riflettere sulle condizioni del nostro Paese, sul destino della nostra cultura alla deriva, sull’emergere di chi promette, di chi ignora, orientando la massa verso il Paese dei Balocchi, terra che non esiste e senza coscienza.
Alla fine applausi da parte di un pubblico incuriosito e coinvolto dall’interpretazione impegnativa ed edificante di Roberto Latini, protagonista ed autore di una pièce che sicuramente fa emergere mille interrogativi tra gli spettatori soprattutto in merito alle deprimenti condizioni in cui versano l’arte e la cultura in Italia.

Noosfera Lucignolo
di e con Roberto Latini
Musiche originali Gianluca Misiti
Luci Max Mugnai
Aiuto tecnico Nino del Principe
Produzione Fortebraccio Teatro
Rassegna Altrescene 2017 - Centro Zo- Catania - 4 Maggio 2017
Foto di scena Yuricrea

Roberto Latini, attore, autore e regista, si è formato a Roma presso lo Studio di Recitazione e di Ricerca teatrale diretto da Perla Peragallo, dove si è diplomato nel 1992. Vincitore negli anni dei premi intitolati "Wanda Capodaglio", "Prova d’Attore", "Bruno Brugnola" e "Sergio Torresani", ha ricevuto il PREMIO SIPARIO nell'edizione 2011, il PREMIO UBU 2014 come Miglior Attore e il PREMIO DELLA CRITICA dall'Associazione Nazionale dei Critici di Teatro nel 2015.
Direttore del Teatro San Martino di Bologna dal 2007 alla primavera del 2012, è il fondatore della compagnia Fortebraccio Teatro.