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Accettiamo volentieri l’invito rivolto dall’ufficio stampa del Teatro Bellini. Ad attenderci, nella zona “Sottopalco” del foyer del teatro, una tavola rotonda, attorno a cui siedono alcuni dei principali giornalisti e critici teatrali, napoletani e nazionali. Questa piccola conferenza stampa a porte chiuse ne annuncia un’altra, che si svolgerà prima dell’inizio della nuova stagione teatrale, quando le porte del Teatro Bellini saranno aperte anche agli artisti e agli spettatori che vorranno conoscere meglio la ricca stagione 2017-2018. Cercheremo, quindi, di non svelare i nomi di coloro che vivranno i due palcoscenici di questo teatro, ossia la sala storica e l’Auditorium, quest’ultimo da sempre ricordato per gli allestimenti e le produzioni legate alla drammaturgia contemporanea e alle nuove compagnie. Anche questa tendenza si modificherà, poiché il Piccolo Bellini ospiterà non solo la nuova

drammaturgia, ma anche gli autori e i registi che hanno descritto e raccontato il teatro italiano degli ultimi venti anni.
Tra drammaturgia italiana, adattamenti, grandi nomi della regia internazionale, compagnie napoletane e nazionali, oltre a brevi riferimenti al cunto siciliano, uno dei progetti più importanti, che il Teatro Bellini inserisce all’interno del programma previsto per la prossima stagione, è legato alla drammaturgia shakespeariana. I fratelli Russo smentiscono subito qualsiasi legame con le celebrazioni svoltesi in occasione dei quattrocento anni dalla morte di William Shakespeare, ma sottolineano la volontà di portare avanti un progetto, artistico e soprattutto editoriale, pensato da Gabriele Russo, ideato da tempo e portato avanti dall’intera famiglia. Ciò che, quindi, ci preme osservare, in questa occasione, è il delinearsi di un progetto che rivolge una costante attenzione non solo alla drammaturgia contemporanea inedita, ma anche agli importanti processi di adattamento contemporaneo del testo classico. Per questo motivo, l’operazione promossa e presentata dal Teatro Bellini, non solo in vista degli eventi che si svolgeranno durante il Napoli Teatro Festival Italia 2017, ma in riferimento anche all’apertura della nuova stagione, emerge come un progetto che ingloba in sé diversi ambiti, che confluiscono o partono inevitabilmente dal palcoscenico: dal classico shakespeariano si giunge all’adattamento del testo, si procede con la regia affidata ad ottimi nomi italiani e internazionali – e anche questa è inevitabilmente un’ulteriore fase di trasformazione, adattamento e nuova produzione -, si passa alla messa in scena affidata a importanti attori, attraverso una scenografia curata per l’occasione, fino alla pubblicazione dell’adattamento stesso, per la casa editrice Nardini, importante processo quest’ultimo, che vedrà la possibilità di raccogliere gli adattamenti, e quindi, di pubblicarli, lasciandone un’importante traccia. Il teatro è, quindi, prodotto, studiato e analizzato a 360 gradi e l’idea dei fratelli Russo è quella di portare avanti, anche con altri autori e nomi noti della regia contemporanea, sia le fasi di produzione scenica che quelle di adattamento e di pubblicazione dei testi: questo significa arricchire il patrimonio documentario teatrale che spesso è unicamente osservato, in forma effimera, ma che non è corredato da testimonianze documentarie. Il Teatro Bellini decide, quindi, di eliminare le poltrone in platea, trasformando, o meglio adattando, la struttura di teatro all’italiana alla struttura del teatro elisabettiano: il Globe sembra generarsi all’interno del teatro napoletano, attraverso uno sventramento e sovrapposizione di due periodi e di due luoghi. Vediamo in anteprima lo “sfondamento” della platea e l’allungamento del palcoscenico, operazioni atte a ricreare lo spazio destinato al pubblico che dovrebbe rimanere in piedi attorno allo “stage”. L’operazione creerà un rapporto diverso tra spettatori e attori e, proprio per questo motivo, risulterà una vera e propria scommessa.
Dal punto di vista drammaturgico, le opere che sono state sottoposte ad adattamento, sia testuale che scenico sono: GIULIO CESARE ( adattamento di Fabrizio Sinisi e regia di Andrea De Rosa), OTELLO ( adattamento di Giuseppe Miale di Mauro, Andrea Vellotti, regia di Giuseppe Miale di Mauro, Produzione Compagnia NEST ), RACCONTO D’INVERNO ( adattamento di Pau Mirò, regia di Francesco Saponaro ), LE ALLEGRE COMARI DI WINDSOR ( adattamento di Edoardo Erba, regia di Serena Sinigaglia ), TITO ( adattamento di Michele Santeramo, regia di Gabriele Russo ), UNA COMMEDIA DEGLI ERRORI ( adattamento di Marina Dammacco, Emanuele Valenti, Gianni Vastarella, regia di Emanuele Valenti, produzione PUNTA CORSARA ).
Il legame con la terra campana è inevitabilmente presente – basti pensare al nome di Francesco Saponaro, o a quello della compagnia NEST e di PUNTA CORSARA, quest’ultime legate  alla periferia napoletana), ma in una veste nazionale ed internazionale, attraverso un’operazione che unisce un grande autore, testi universali e nuove menti teatrali.
Il progetto GLOB(E)AL SHAKESPEARE sarà in scena dal 6 all’8 giugno, presso il teatro Bellini, durante il Napoli Teatro Festival Italia 2017, e continuerà dal 3 al 29 ottobre, in apertura della prossima stagione teatrale del teatro dei fratelli Russo.

Foto di Cesare Abbate