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Un teatro che intercetta le nostre vite, che intercetta storie e frammenti di esistenza che sembrano scomparsi nel silenzio e che ogni volta la parola rivitalizza trasformadosi sul palcoscenico, come scrive la drammaturga, in “case, strade, persone”, reincarnando così l'esistere senza forma e dandovi forma e significato

Questo, credo, il senso intimo e ultimo di questa breve e intensa drammaturgia di Marinella Manicardi, da lei stessa portata in scena, dal 3 al 5 febbraio, come regista e protagonista al teatro Hops di Genova ad apertura della rassegna “Hop fisso altrove” a cura di Mario Jorio che dopo tre anni di chiusura riattiva uno spazio teatrale di grande, ma sinora colpevolmente mai sfruttata a pieno, potenzialità nel centro storico della città. Drammaturgia dunque breve ma ricca di fascino che appunto interseca e amalga storie, anzi credo sia meglio dire esistenze, fermate nella narrazione ma riaccese nel percorso scenico con una trama di scrittura drammaturgica ben ferma nel suo distacco ironico, ma come traversata da una partecipazione intima che si riaccende nella condivisione di eventi non solo storici, come il tragico 2 agosto alla stazione di Bologna nel racconto di Marcello Fois, ma anche e forse più intensamente psicologici ed intimanente esistenziali.
E questo non riguarda tanto l'attrice-drammaturga quanto piuttosto e più intensamente noi che dalla platea assistiamo, quasi meravigliandoci, al dipanarsi degli eventi tra colpi di scena, ironici ribaltamenti e sospensioni che sono aperture a nuovi sentimenti e significati. La Manicardi così manipola con abilità testi, in gran parte narrativi, e parliamo di Straparola, O. Henry, Enrico Morovich, Leonora Carrington, Patricia Higsmith, Marina Mizzau e, appunto, Marcello Fois e ne articola la presenza scenica su più piani narrativi sempre ben padroneggiati e resi tra loro coerenti dalla sua presenza scenica, da suoi movimenti che paiono organizzare nello spazio del palcoscenico la trama del racconto rendendolo man mano e paradossalmente o ironicamente 'vero'. Una buona prova di Marinella Manicardi, forse meritevole di un'attenzione maggiore di quella ricevuta in questo spazio teatrale che con fatica e molte difficoltà e molti ostacoli riapre ad una città che appare ancora disattenta. Di questo da parte nostra daremo altrove più dettagliata notizia. Meritati gli applausi dai presenti, attenti e gratificati.