Il Chiostro dei Minoriti di Catania, ha ospitato come ultimo appuntamento della rassegna “Altrove”, organizzata dal Teatro Stabile etneo, il progetto Studio per “Carne da Macello” di Valentina Ferrante e Micaela De Grandi, che analizza, seziona con ironia ed estrema efficacia, il tema della violenza sulle donne, coinvolgendo il pubblico con una messinscena capace di leggere, raccontare, destrutturare una tematica diventata davvero virale. La pièce con immediatezza mette alla berlina alcuni punti che interessano tutti, quali e mancanze, le incompletezze, le disattenzioni – in materia di leggi - della cosiddetta Giustizia, la fragilità e l’egoismo dell’universo maschile, le perversioni, l’ottusità di certi mass media dei nostri giorni, l’influenza di padri e madri nella crescita e nelle problematiche dei figli. Si tratta di un vero e proprio studio che, uscendo fuori dal solito manierismo, dai
facili stereotipi, affronta la preoccupante piaga del femminicidio rivolgendo allo spettatore inquietanti e tragici interrogativi.
Banned Theatre, compagnia teatrale nata a Catania nel 2014, per sviluppare una tematica tutt’altro che semplice utilizza un linguaggio estremamente accattivante, che ingloba recitazione, un tappeto sonoro tra il moderno e l’antico, coreografie e movimenti ben studiati che richiamano la situazione di donne che sanno di subire, di rischiare, ma che non si vogliono ribellare e portano avanti la loro pseudo esistenza di stenti, soprusi, violenze, umiliazioni sino a quando, in una notte qualunque, il marito, il fidanzato, il padre, l’amico, il branco, le massacra.
Lo spettacolo, in circa 60’, mette in campo un validissimo team di sole donne che, attraverso storie terribili, folgora lo spettatore catapultandolo sin dal primo minuto della pièce in una dimensione tragica, spietata, sanguinaria. Al centro di tutto ci sono delle povere donne – trattate come autentica carne da macello – che vengono massacrate dall’istinto animalesco dell’uomo e che muoiono una seconda volta per mano di giornali, tv, o spietati talk show dove si da ampio spazio – per fare audience – alle interviste con gli assassini oppure in dibattiti in cui si cerca una spiegazione a ciò che è avvenuto, attraverso le opinioni di addetti ai lavori. Vestite di nero - tra giacche, sedie, inquietanti rotoli di cellophane, balli sinuosi - le donne protagoniste, palpeggiate, insultate, usate, annullate, umiliate, con delle movenze da manichino, raccontano di una accomodante e semplice moglie, di una madre disperata, di donne lapidate, strangolate, di mariti frustrati ed assassini, di uomini che le usano come oggetti e poi le buttano via, mentre una sessuologa disserta sul fenomeno da approfondire e da non sottovalutare.
Convincenti ed applauditissime protagoniste della pièce, nell’incantevole spazio del Chiostro dei Minoriti, sono Elisabetta Anfuso, Giovanna Criscuolo, Micaela De Grandi, Valentina Ferrante, Laura Giordani e la sessuologa Susanna Basile. Ad orchestrare i movimenti, il dipanarsi della tragica ed intrigante vicenda, l’intensa ed inquietante Raniela Ragonese che, da aiuto regista, conclude poi lo spettacolo con il suggestivo e calzante brano degli anni Sessanta “Amo” del cantautore italo-belga Salvatore Adamo. Scorrevole la regia di Valentina Ferrante e Micaela De Grandi, musiche di Luca Mauceri, canzoni interpretate da Betta, costumi di Nunzia Capano, vocal coach Armando Nilletti, assistente alla drammaturgia Federico Fiorenza e assistente tecnico Carlo Giordano.
Pubblico piacevolmente sorpreso da una pièce che, pur affrontando un tema sanguinario ed abusato, riesce a coinvolgere grazie ad una rappresentazione frizzante, dinamica, mai banale e che tiene sempre alta l’attenzione dello spettatore.
Inerpicandosi per le impervie strade della violenza e del tragico Studio per “Carne da Macello” risulta un azzeccato esempio di teatro cronaca, dove l’orrore prende il sopravvento e in una società capace di mostrare – senza alcuna perplessità o dubbi – di rivendere in tv il dolore di una madre, l’assassino di una ragazza, l’omicidio più efferato, costruendoci un dibattito, un programma che piace e quasi seduce,in nome degli ascolti che, quindi, crescono a dismisura.
Il lavoro, infine, ci riporta ad un retaggio, ad una cultura maschilista tutt’altro che superata, ad una sequenza di immagini e storie sanguinarie in cui le donne sono autentiche bambole, manichini da manovrare, da usare, per la famiglia, per il possesso, per un capriccio e poi da avvolgere nel sacco della spazzatura e gettare in pasto ad un martellante tam tam mediatico, ad un voyeurismo televisivo davvero spietato .
Studio per “Carne da Macello”
progetto teatrale scritto e diretto da Valentina Ferrante e Micaela De Grandi
con Elisabetta Anfuso, Giovanna Criscuolo, Micaela De Grandi, Valentina Ferrante, Laura Giordani e la partecipazione della sessuologa Susanna Basile
Musiche e paesaggi sonori Luca Mauceri
Canzoni scritte ed interpretate da Betta
Costumi di Nunzia Capano
Aiuto regia Raniela Ragonese
Assistente tecnico Carlo Giordano
Allestimenti tecnici e scenici Teatro Stabile di Catania
Vocal coach Armando Nilletti e assistente alla drammaturgia Federico Fiorenza
Produzione Teatro Stabile di Catania in collaborazione con Banned Theatre
Rassegna “Altrove”, promossa e organizzata dal Teatro Stabile di Catania
Chiostro dei Minoriti, Catania, 15, 16, 17, 18 e 22, 23, 24, 25 Giugno 2017
Foto Dino Stornello