Sabato 14 ottobre è iniziata la settima stagione di Fuori Luogo frutto, come per il passato, della collaborazione tra Renato Bandoli, Andrea Cerri e Michela Lucenti ciascuno portatore di uno sguardo sul teatro autonomo eppure straordinariamente coerente l’uno con l’altro a ennesima riprova che, dicendola alla Totò, il totale a Teatro fa più della somma. Negli spazi ex Fitram, uno dei luoghi appunto riconquistati alla comunità teatrale di La Spezia, hanno presentato la stagione Renato e Andrea, Michela essendo impegnata a Berlino con un suo nuovo lavoro. È appunto questo nuovo spazio che dà il segno di una persistente volontà di apertura di Fuori Luogo, a fisica evidenza di un continuo procedere, passo dopo passo, oltre le continue difficoltà economiche, verso una dimensione nazionale per una associazione teatrale ancora giovane ma che, in questa nuova stagione con molti lavori al “femminile”, porterà importanti voci drammaturgiche a confrontarsi con una comunità in difficoltà ma
affamata, credo, di teatro. Un esordio all’altezza delle ambizioni quello di sabato che ha visto nell’enorme capannone recuperato in modo ammirevole ad una dismessa attività industriale esibirsi davanti ad un pubblico numeroso ogni oltra aspettativa il Gruppo Fanny & Alexander, protagonista il bravo Marco Cavalcoli, con “To be or not to be Roger Bernat”, ideazione spiazzante di Luigi De Angelis per la drammaturgia di Chiara Lagani che già abbiamo recensito su queste stesse pagine.
A seguire, rimandando per la stagione completa al sito di Fuori Luogo, vedremo il ritorno di Danio Manfredini, con “Luciano”, due spettacoli di Timpano/Frosini, “Acqua di Colonia” e “Aldo Morto / Tragedia”, le Albe e l’affascinante “Maryam” di Ermanna Montanari, “Bello Mondo” di Mariangela Gualtieri e poi Massimiliano Civica, Claudio Morganti e Raffaella Giordano, scusandoci per le omissioni che recupereremo certamente nel corso di questa lunga e attraente stagione.
All’interno di quest’ultima poi ci sarà spazio per l’ultimo lavoro di Michela Lucenti e Balletto Civile, quel “Bad Lamps” che attendiamo con interesse, e per Enrico Casale, di cui seguiamo la crescita costante, e la compagnia Gli Scarti con due lavori, “FaustBuch” per il quale ha ottenuto il premio della critica a Santarcangelo e “Hu – Versacci Futuristi”.
Da ultimo un nuovo frutto dell’esperienza della non-scuola di Marco Martinelli, Ermanna Montanari e Le Albe, “Majakoskiana” espressione di un lavoro che sta coinvolgendo gli studenti degli Istituti Superiori di La Spezia e che, ne siamo convinti, rafforzerà ulteriormente il legame di Fuori Luogo con la sua comunità, legame già consolidato nelle attività collaterali di “Scarti Factory” con laboratori e corsi di teatro.
Strano destino questo di “Fuori Luogo”, intemperante e inopportuno come recita il vocabolario, eppure straordinariamente e niccianamente “Inattuale”, capace cioè di ribaltare in pochi anni il suo essere organicamente periferico per diventare il centro di un processo in grado di coinvolgere la città, spingendola a guardare un poco più dentro sé stessa.
Interesse è dimostarto anche dalle amministrazioni cittadine, al di là dei cambiamenti, e la presenza coinvolta del nuovo assessore alla cultura del Comune Paolo Asti è stata un riscontro positivo.