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Dalle parti del meneghino Elfo Puccini (corso Buenos Aires, 33) la rilettura di Oscar Wilde continua a gonfie vele tra le mani del duo registico Ferdinando Bruni e Francesco Frongia. Dopo una “Salomè” radicalmente trasformata e la narrazione del “Fantasma di Canterville”, questa volta tocca a “Atti osceni. I tre processi di Oscar Wilde”, testo bellissimo di Moisé Kaufman in scena fino al 16 novembre ‘17. Insignito della National Medal of Arts dal Presidente Barack Obama, Kaufman sa unire la ricostruzione minuziosa dei tre processi estenuanti a cui il brillante scrittore irlandese è stato sottoposto, alla ricerca teatrale di sostanza, con la scelta di soluzioni di accelerazione e rallentamento del narrato degni di un grande affresco storico. La spavalderia della nobiltà londinese che afferma la propria virilità

vittoriana accanendosi su Wilde per la sua vita sessuale è la trama su cui slitta l’intera storia. Da un processo per diffamazione con Wilde accusatore, ben presto si ribalta tutto e al banco degli imputati ci arriva proprio lui.
Uno spettacolo interessante, dove resta sullo sfondo il rapporto amoroso in sé per dare spazio invece all’analisi dell’uomo messo all’angolo dal destino. Ricco, osannato, famoso. Povero, incarcerato, deprecato. La parabola di Wilde è quella della psiche di una intera società, in bilico tra il perbenismo di facciata e la rabbia interiorizzata che sfocia nella violenta omofobia, nel rifiuto di chi sfida i canoni per vivere se stesso fuori dall’omologazione.
La scena è concepita in modo corale, a tratti postmoderno. Più personaggi in scena che interpretano ruoli ma anche umori, opinione pubblica, voci di strada. Una sorta di coro da tragedia greca che fa da contrappunto all’uomo solo in centro al palcoscenico, eternamente alla sbarra, sospeso in non luoghi che rimandano più a spazi dell’anima. Si dibatte, reagisce e poi cede, ma non si riconosce colpevole perché non c’è niente per cui esserlo.
Minuziosa e accurata la ricerca storica sulle fonti, che fanno capolino nello spettacolo come articoli di giornale, voci di celebrità, libri e biografie.
Uno spettacolo necessario per capire e figurarsi le sfaccettature del lato oscuro dell’animo umano.

Foto Laila Pozzo