Spettacolo - confessione, di giochi di parole, di ricercata musica e di sostanza quello proposto alla Sala Roots di Catania dal vivace gruppo messinese del Teatro dei 3 Mestieri come secondo appuntamento della rassegna “Underground rivers”, organizzata dal Teatro Argentum Potabile, mini-cartellone che da spazio alla drammaturgia contemporanea, con testi originali di autori viventi del Sud Italia e di gruppi teatrali indipendenti. Il lavoro in questione è “Il Signor Dopodomani - L’indicibile sproloquio di un condannato a vivere” scritto dal fumettista calabrese Domenico Loddo con l’intelligente e scorrevole regia di Roberto Bonaventura. Il pubblico, intrigato dal titolo, assiste ad un monologo di circa 60’ interpretato dal coinvolgente e determinato attore reggino Stefano Cutrupi, nonché direttore artistico del Teatro dei 3 Mestieri. Su una scena ben congegnata, desolatamente spoglia, con un tappeto, un registratore a bobine ed uno stereo portatile, si muove il bizzarro
protagonista, un agitato uomo in frack, a piedi nudi, spalle da rugbysta e volto sofferente, che racconta la sua amara, grottesca, storia.
Nella pièce a scandire le vicissitudini di un uomo senza significato, senza presente e futuro, una track-list su musicassetta di 45 minuti che racchiude tutto ciò che è rimasto della sua compagna Ada che l'ha lasciato. E tra le note di Battiato, Fossati ed altri intriganti autori, si racconta e si consuma la via crucis sentimentale di questo giovane vittima di un amore durato solo tre anni e mai più dimenticato. Dalle sue parole si passa alla voce registrata della donna che lo ha abbandonato, lasciandolo con le sue attese, con i suoi ricordi, con il suo personale inferno di parole e di sensazioni. Ada si è portata via la sua felicità e prima di scomparire per sempre, gli ha lasciato solo una audiocassetta di 45 minuti, con dentro canzoni, voci e rumori dei loro anni insieme.
Il giovane, preso dalla sua rabbia, dal suo dolore, tra le note di Mina e di Rino Gaetano, torna indietro con la mente e cerca di comprendere perché la sua donna, Ada, è andata via e grida, in modo delirante e schizofrenico, il suo malessere, il suo disagio esistenziale. Un uomo senza domani, ma con un dopodomani e che nel finale vinto dalla vendetta e dall’insopportabile dolore, veste i panni di un giustiziere con un terribile ed inquietante coltello in mano e tanto vicino al cuore.
In scena una autentica confessione, quella di un uomo senza nome, senza identità, uomo in frack, che cerca - in un finale aperto a più soluzioni - una implacabile, feroce, definitiva vendetta che lo salvi finalmente da quel suo immenso dolore. Interessanti gli elementi scenici di Carlo Omodei ed i costumi di Aurora Melito, la voce di Ada è di Cristiana Nicolò.
Testo ricco di mille spunti e significati quello di Domenico Loddo e monologo di grande impatto e che coinvolge il pubblico grazie all’apprezzabile regia di Roberto Bonaventura e soprattutto all’intensa, rabbiosa, interpretazione di Stefano Cutrupi che alterna silenzi e pause, paradossali riflessioni matematiche e calibrate accelerazioni, regalando una serata piacevole agli spettatori che alla fine applaudono convinti.
Il SIGNOR DOPODOMANI
L’indicibile sproloquio di un condannato a vivere
Un monologo di Domenico Loddo
Con Stefano Cutrupi
Regia di Roberto Zorn Bonaventura
Aiuto Regia di Marcantonio Pinizzotto
Elementi scenici di Carlo Omodei
Costumi di Aurora Melito
Locandina di Riccardo Bonaventura
Produzione Teatro dei 3 Mestieri- Messina
Rassegna Underground rivers - Teatro Argentum potabile - Sala Roots Catania - 19 Novembre 2017
Foto di Giuseppe Contarini