Quattro attori rinchiusi a teatro per provare uno spettacolo sulle Brigate Rosse. Idealità, auto-rappresentazioni, il passato coi suoi mostri sacri e il presente con le contingenze e i nuovi valori.
Rosario Lisma firma il testo e la regia de “L’operazione”, in scena al Franco Parenti di Milano (via Pier Lombardo, 14) fino al 14 dicembre ’17. Lo scopo è di fare teatro che parli di teatro.
Gli attori sono disposti a vendere l’anima pur di far colpo sul Critico teatrale, le cui recensioni aprono la via del successo. Ma il Critico non arriva mai. E che si fa allora? Scatta un rapimento rocambolesco che disvela alla fine l’inconsistenza del personaggio Critico e del meccanismo della critica stessa. Geniale la costruzione drammaturgica, volta a portare a nudo i paradossi della
macchina teatrale, in bilico tra slanci ideali e compromessi con la dura realtà.
A cosa serve la critica? E’ esercizio di potere, meccanismo fine a se stesso, cinico ensemble di personalità che si autoalimentano. E del teatro che ne rimane? Ne emerge un ritratto vivissimo, un alternarsi di paradossi e guizzi vitali, di azioni sceniche dal valore catartico e di giochi di maschere che non calano mai.
Ugo Giacomazzi, Rosario Lisma, Fabrizio Lombardo, Andrea Narsi e Gianni Quillico danno una prova recitativa di spessore, con convinzione e ironia, alternanza agile di registri e disinvolta tecnica.
Il testo è un ottimo alternarsi di comico e surreale, serio e faceto come raramente se ne trova nel teatro contemporaneo. Rivela una approfondita familiarità con le riflessioni interne al sistema e le assurdità di un meccanismo, il teatro appunto, che riserva sorprese da più di duemila anni a chi vi assiste e a chi lo agisce. Da vedere.