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Intenso, di facile presa sul pubblico e di estrema attualità, l’atto unico di Claudio Fava “Il giuramento” in scena al Teatro Verga di Catania nell’ambito della sessantesima stagione di prosa dello Stabile etneo. La pièce, in circa 70’, con una regia ed una  messa in scena  rigorosa, semplice ed asciutta di Ninni Bruschetta, si ispira ad una storia vera, quella di Mario Carrara, uno dei dodici docenti universitari che nel 1931 non si prestarono al giuramento di fedeltà al Duce imposto dal regime fascista e per loro si aprirono le porte del carcere. La regia attenta di Ninni Bruschetta si sofferma sulla centralità e sull’estrema attualità della vicenda raccontata, sul personaggio di  Mario Carrara, medico legale e docente universitario che insegna ai suoi studenti a coltivare il gusto del dubbio oltre a non intrupparsi, a non travestirsi ed esibirsi. Carrara è un uomo semplice, che vive per la scienza, ammirato, accudito ed amato dalla sua segretaria Tilde, seguace degli insegnamenti di Cesare

Lombroso sulla fisiognomica del corpo umano e non solo, passato alla storia come uno dei 12 docenti universitari italiani che rifiutarono il giuramento di fedeltà al Fascismo.
Carrara del fascismo aveva un ripudio più estetico che ideologico, non sopportava, non capiva quelle camicie nere inamidate, i fez col fiocco, i pugnaletti che anche i suoi studenti portavano al fianco e non apprezzava né i discorsi patriottici né le canzoncine tipo “Faccetta nera” e non condivideva il preside, i suoi colleghi che avevano smarrito il senso del dubbio, in una Italia conformista dei primi anni del fascio dove tutti avevano la tessera del partito e dove prevaleva il finto perbenismo, la corsa alla carriera e nessuno voleva guardare in faccia la realtà, ma preferiva girarsi dall’altro lato per poter vivere tranquillo.
Nel 1931 In Italia quando Carrara aveva 65 anni furono 1238 i professori che giurarono fedeltà al re e al duce, compresi intellettuali come Croce, Calamandrei, Lombardo Radice, Einaudi e solo in 12 seppero dire no a Mussolini perdendo così la cattedra ed il lavoro. Tra questi anche Mario Carrara, escluso da tutte le cariche pubbliche, la sua casa fu perquisita nell'ambito dell'operazione che portò all'arresto di Vittorio Foa e Massimo Mila e nell'Ottobre del 1936 fu arrestato per attività contro il regime fascista e solo la sua età avanzata lo salvò dal confino. Detenuto alle carceri Nuove di Torino, continuò a lavorare al suo “Manuale di medicina legale” e morì nel Giugno del 1937.
Il testo di Claudio Fava, produzione Teatro Stabile di Catania, è un lavoro di notevole impegno civile, impreziosito dalle musiche originali della compositrice, arrangiatrice e pianista siciliana Cettina Donato, dai costumi e dalla lineare ed essenziale scenografia (aula universitaria, stanza del preside o luogo d’incontro tra il professore e la segretaria) di Riccardo Cappello e dal disegno luci di Salvo Orlando.
L’atto unico, con la regia asciutta di Ninni Bruschetta, ben raffigura il personaggio di Mario Carrara, con i suoi dubbi, il suo amore per la scienza, la sua fierezza nel dire no al giuramento al Duce, il suo rapporto speciale e struggente con la segretaria, l’ambiente universitario. Ben delineati gli altri personaggi (il preside, il collega di Carrara, gli allievi e camerati) tutti cinici, freddi, che pur intuendo l’errore che stanno commettendo lo ignorano pur di portare avanti le loro carriere, le loro vite. Personaggi estremamente reali, così veri e tristemente attuali e contemporanei che – riflettendoci su – fanno davvero paura.
Ad interpretare con estremo rigore e con atteggiamento distaccato il personaggio di Mario Carrara è il convincente David Coco mentre la sua segretaria Tilde è resa con intensità da Stefania Ugomari Di Blas, il professor Pareschi, suo collega, è Antonio Alveario, il preside è Simone Luglio e poi nei panni dei camerati e studenti ricordiamo Liborio Natali, Pietro Casano, Federico Fiorenza, Luca Iacono e Alessandro Romano.
D’effetto l’inizio dello spettacolo con gli attori, in divisa e mascherati, che, tra il pubblico, osservando e scrutando tutti, intonano “Gaudeamus igitur…”, l’inno internazionale della goliardia e degli studenti universitari.
Alla fine per la proposta - ripetiamo attualissima e di alto impegno civile - e per gli interpreti i reiterati applausi del pubblico in sala.

Il giuramento
di Claudio Fava
Regia di Ninni Bruschetta
Musiche originali di Cettina Donato
Scene e costumi di Riccardo Cappello
Luci di Salvo Orlando
Con David Coco, Stefania Ugomari Di Blas, Antonio Alveario, Simone Luglio, Liborio Natali, Pietro Casano, Federico Fiorenza, Luca Iacono, Alessandro Romano
Produzione Stabile di Catania - Teatro Verga di Catania -5/17 Dicembre 2017
Foto di Antonio Parrinello