L'attore, drammaturgo e regista catanese Savì Manna, dopo i consensi con il pluripremiato spettacolo per ragazzi "Turi Marionetta", ha deciso di cambiare totalmente registro puntando - con una prima nazionale -, su un testo, su una operazione coraggiosa e complessa, mettendo in scena al Centro Zo di Catania, nell'ambito della rassegna "Altrescene"/Nuova drammaturgia siciliana, la pièce teatral-musicale, "Ogni storia ha la sua musica", prodotta da Santo Maccarrone con il sostegno di Leggende Metropolitane, Zo Centro Culture Contemporanee e Statale 114. Con "Ogni storia ha la sua musica" Savì Manna, è stato finalista al Concorso europeo di drammaturgia Premio Tragos nel 2014. Il lavoro, venuto fuori dopo quattro anni di lavorazione è stato proposto nella giornata internazionale che celebra le vittime dell’Olocausto ed in due serate affollatissime ha coinvolto ben trenta elementi. Sulla scena di Salvo Pappalardo oltre allo stesso autore Savì Manna, che firma anche la regia, Turi
Motta, il mezzosoprano Antonella Guida, il violoncellista Enrico Sorbello, il pianista Andrea Troina e 26 elementi del Coro Nazionale protestante "Note di Pace", diretto da Angela Lorusso, composto da appartenenti alle chiese avventiste, luterane, valdesi e di diversi orientamenti religiosi e culturali.
L'autore ed interprete porta in scena, in circa 60', tra suggestioni ed emozioni, una vicenda animata da spettri, come se gli scheletri nell’armadio dell’umanità intera prendessero vita e voce. Protagonisti la musica, una donna, un violoncellista e dei fantasmi. Sulla scena una giovane donna nascosta in un armadio assiste all’apparizione di fantasmi che vengono evocati dalla musica di un misterioso violoncello. Per accertarsi che questi non siano solo il frutto della sua fantasia decide di coinvolgere la sua migliore amica, invitandola a nascondersi insieme a lei. E le due donne diventano testimoni mute di queste inquietanti presenze, le cui voci si succedono come in un rituale: ogni volta che il violoncellista suona l’ultima nota del suo repertorio, gli spettri appaiono per raccontare le loro tragiche storie personali.
Ecco quindi apparire tre fantasmi, tre vittime dell'Olocaustro: il primo è il ciclista Albert Richter (interpretato con veemenza da Turi Motta), soprannominato “Il tedesco a otto cilindri", che rifiutò l'assoggettamento della sua figura sportiva al regime nazista e per questo venne perseguitato e morì (si dice per suicidio) nel 1940, poi si materializza il professore adranita Carmelo Salanitro (reso con grande umanità e pathos da Savì Manna), docente di Latino e Greco al "Cutelli" di Catania, attivista e pacifista perseguitato ed ucciso nel 1945 a Mathausen. Infine ecco la scrittrice ucraina di origine ebraica Irène Némirovsky (la mezzosoprano Antonella Guida), morta nel 1942 ad Auschwitz. Tutte e tre sono vittime illustri della follia nazista e fascista, uomini e donne che con coraggio si sono opposti in prima persona a quel disegno criminale passato alla storia come la Shoah. Di fronte a tale orrore non si può far altro che assistere in silenzio e nella pièce di Savì Manna è un coro a dar loro una voce, in "Ogni storia ha la sua musica" solo ai morti spetta il diritto di parola, mentre ai vivi non rimane che la sublimazione del dolore in lirica, o il silenzio.
Manna con il suo profondo e meditato lavoro propone, ad un attento e coinvolto pubblico, un lavoro scritto - come lui stesso conferma - "d’istinto e nato per non dimenticare i tanti morti di quella tragedia diventata un pensiero ossessivo".
Un progetto complesso, coltivato nel tempo, sentito e che mette insieme l'aspetto musicale a quello recitativo e di movimento, che parte da molto lontano per arrivare al cuore della gente, per fare in modo che queste tre esemplari storie, raccontate sulla scena facciano riflettere, ripensare a quella enorme tragedia che è stata l'Olocausto e che nonostante gli anni trascorsi, deve essere tenuta bene in mente da ognuno di noi, soprattutto perchè i fatti recenti, la solita sete di potere e la crudeltà dell'uomo, non fanno dormire sonni tranquilli.
Nella pièce si ascolta musica di Bach, Vivaldi, Mozart ed anche la melodia originale "La Sua Musica" di Savì Manna, arrangiata da Dario Grasso. I costumi sono di Silvana Finocchiaro, l'arrangiamento musicale del testo è di Angela Lorusso e Andrea Paderni, la grafica video di Sègoléne Le Contellec.
Parte centrale nello spettacolo spetta al Coro Nazionale protestante "Note di Pace", diretto da Angela Lorusso e composto dai Soprani Anna Ciminello, Anna Maria Rumeo, Katia Frustaci, Ivana Mancuso, Mariella Fugà, Gida Cultrera, Sandra Olivieri; dai Contralti Annalisa Loddo, Cettina Di Mauro, Dora Lorusso, Lea Berreca, Maria Sapuppo, Pina Loviglio, Raffaella Lombardi; dai Tenori Andrea Lanzafame, Andrea Paderni, Pietro Fioretti, Pino Zagaria, Romeo Callipo; dai Bassi Domenico Porfido, Edouard Kibongui Kanza, Eugenio De Robertis, Marco Cavallo, Carmelo Russo.
Pièce di alto contenuto e, purtroppo, drammaticamente contemporanea, alla fine lungamente applaudita dal pubblico e che induce alla riflessione, al ricordo di un eccidio come quello della Shoah, di un avvenimento che riguarda, che coinvolge, tutti noi e che non deve essere assolutamente dimenticato.
“Ogni storia ha la sua musica”
di Savì Manna
Finalista al Concorso europeo di drammaturgia Premio Tragos, 2014 - Prima nazionale
Regia di Savì Manna
Con Savì Manna e Turi Motta, con il Coro Nazionale Protestante “Note di Pace” diretto da Angela Lorusso, il mezzosoprano Antonella Guida, Enrico Sorbello (violoncello solista) e Andrea Troina (pianoforte)
Scenografia e disegno di luci Salvo Pappalardo
Costumi di Silvana Finocchiaro
Grafica video di Sègoléne Le Contellec
La melodia originale “La Sua Musica” è di Savì Manna, arrangiamento Dario Grasso
Arrangiamento musicale del testo Angela Lorusso, Andrea Paderni
Produzione Santo Maccarrone, coproduzione Leggende Metropolitane, Zo Centro Culture Contemporanee, Statale 114
Rassegna Altrescene - Centro Zo di Catania - 27 e 28 Gennaio 2018
L’autore
Savì Manna, catanese classe 1971, è autore, attore e regista teatrale. Dopo aver fatto parte della compagnia di artisti di strada I Baternù, ha lavorato nella compagnia di Carmelo Vassallo mettendo in scena gli spettacoli “Donna Nedda” e “Lupo”. E’ autore, regista e interprete di spettacoli di successo come “Turi Marionetta” 2009, “Importante, molto importante (la trilogia)” 2012 (da cui è stato tratto l’omonimo film diretto da Alessandra Pescetta); “Patrizzia, la vera storia di una sensation seeker“ 2015. Savì Manna ha vinto diversi premi di drammaturgia, tra cui il Festival Potenza Teatro nel 2010 e il Premio Vernacolo Bordighera nel 2014.