E’ appena morta. Un manipolo di colleghi scienziati in camice bianco le si fa attorno, la nasconde, la rimuove. E’ la vicenda umana di Rosalind Franklin ad andare in scena al Teatro Franco Parenti (via Pier Lombardo, 14 a Milano) fino al 15 aprile 2018. Mediante un macchinario a Raggi X, scattò la celebre Fotografia 51 in cui era visibile il doppio filamento del DNA, ma un cancro alle ovaie per l’eccessiva esposizione alle radiazioni la uccise prima che due colleghi, Watson e Crick, ottenessero il Nobel per il modello del DNA che elaborarono grazi alle ricerche della Franklin. Non una semplice storia di scienziati, al contrario il testo di Anna Ziegler vuole dar voce ad un prototipo umano, il caparbio. La Franklin si incaponisce nelle sue ricerche con metodo e dedizione, convinta che sia lì, tra
quelle immagini a Raggi X, il segreto della vita. Tra errori e falsi trionfi, la scoperta è sempre più chiara, ma saranno due colleghi a usurparne il merito elaborando il modello matematico che rappresenta questa scoperta agli occhi dell’umanità. La Franklin si aggiunge alla lista sterminata dei dimenticati, di colore che lavorarono per il successo altrui.
Baroni universitari e giochi di potere sotto le luci della ribalta scientifica non hanno nazione né confine, ma è il meraviglioso gioco di contrasti a rendere affascinante questo spettacolo. Insopportabile e delicata, burbera e austera ma tenera e fragile, la Franklin è rappresentata con un arcobaleno di tratti caratteriali. Lucia Mascino (la storica compagna di palcoscenico di Filippo Timi) sa interpretarne con convinzione il carattere contraddittorio, con vette di eccezionale abilità attoriale coincidenti in alcuni snodi narrativi apicali. Memorabile la scena del decesso, come una soffusa candela che si spegne inattesa.
La regia di Filippo Dini sa unire la creazione immaginifica al racconto di ciò che per davvero accadde tra il ’51 e il ’53, con un convincente supporto video che avvolge e separa ambienti simultanei, come in una sorta di atomo in cui i vari elementi interni gravitano lungo le proprie orbite attorno a lei, destinata al sacrificio ma contemporaneamente anima del movimento.
Uno spettacolo imperdibile, delicato, commuovente, potente.
Foto Bepi Caroli