Tutto comincia con “l’intervista”, così la chiama Ascanio Celestini alla fine del suo spettacolo, descrivendo il metodo del lavoro di scrittura. E in fondo nei lavori dell’autore romano il metodo è tutto. Un contatto diretto e continuo con le storie della gente, quella che incontri per strada non certo seduta sulla Mercedes ma sul bordo del marciapiede a chiedere la carità, sulla sedie sgangherata del supermercato a lavorare tutto il giorno, sulla seggiola del bar accartocciata in una vecchiaia di stenti. Lui si ferma, parla con loro, li lascia raccontare la loro storia e la loro verità. Poi nasce il teatro. Al Franco Parenti di Milano (via Pier Lombardo, 14) in scena fino al 29 aprile “Pueblo”, la seconda tappa di una trilogia inaugurata a Romaeuropa Festival nel 2015 con lo spettacolo “Laika”. Questa volta Celestini racconta la storia di Violetta, la cassiera del supermercato che si sente una regina sulla sua sedia, e poi la senzatetto che sta lì buona buona nel parcheggio del supermercato e la mamma di
Violetta che cucina la zuppa liofilizzata e molta altra umanità sempre poco visibile, eppur presente ai margini della nostra attenzione.
La linea del tempo è irregolare, si salta da ieri e oggi e viceversa in una carambola di intrecci narrativi che solo il fiume di parole di Celestini riesce a tenere insieme. Ogni personaggio ha una storia che funge da contesto determinante di condotte e situazioni. La clochard ne ha passate di cotte e di crude, Violetta si è rifugiata nel suo mondo fantastico per non vedere e non sentire, mentre una moltitudine di volti scuri ci osserva da laggiù, in fondo al mare, dove sono annegati coi loro barconi.
La narrazione di Celestini adotta gli stilemi della canzone orale del passato e talvolta della favola, ripete formule fisse e ama giocare con la sorpresa. Il rischio della facile retorica, talvolta dietro l’angolo per chi affronti certe tematiche sociali, è scongiurato dall’approccio leggero e scanzonato, capace di tagliare come un coltello le situazioni ma senza la gravità professorale e conferenzistica.
Ottimo lavoro.