Il Teatro Stabile di Catania, come primo appuntamento della rassegna itinerante di nuova drammaturgia “Altrove“ ha proposto al Coro di notte del Monastero dei Benedettini, in prima nazionale, “La rondine (La canzone di Marta)” del drammaturgo catalano Guillem Clua, ispirata all’attacco terrorista islamico, di matrice omofoba, consumato nel giugno del 2016 nel Bar Pulse di Orlando, in Florida dove morirono 49 omosessuali, uccisi semplicemente perché si trovavano nel locale, notoriamente frequentato da avventori gay. Nel dramma risuonano anche le tragedie del Bataclán di Parigi, del lungomare di Nizza, delle Ramblas di Barcellona. La traduzione è di Martina Vannucci, l’adattamento di Pino Tierno, le musiche sono di Massimiliano Pace, i costumi di Riccardo di Cappello, le luci di Salvo Orlando. In scena Lucia Sardo (Marta) e Luigi Tabita (Matteo). Si tratta di un testo è molto profondo e lo spettacolo, grazie anche alla raffinata e misurata regia di Francesco Randazzo, viaggia su due binari: la denuncia e l’appello contro l’omofobia e l’intolleranza di ogni genere, contro l’odio cieco che fa strage di innocenti. Guillem Clua, autore tra i più innovativi e interessanti della scena
internazionale, va oltre il folle attentato nel Bar Pulse di Orlando, ricordando anche le tragedie del Bataclán di Parigi, del lungomare di Nizza, delle Ramblas di Barcellona.
In un impianto scenografico intimo ed accattivante, curato dallo stesso regista (l’interno della casa di Marta con tanto di pianoforte e mobili coperti da lenzuola bianche), si sviluppa la vicenda che vede incontrarsi e scontrarsi Marta, una severa maestra di canto e Matteo l’amico sconosciuto del figlio morto. Matteo vuole migliorare la propria tecnica vocale per cantare ad una commemorazione per la madre scomparsa e quindi si reca a casa di Marta. La canzone scelta – “La rondine”- ha uno speciale significato sia per lui che per la donna. Pian piano i due personaggi svelano dettagli del loro passato e presto emerge una dura e triste verità che li fa scontrare e riflettere sulle proprie identità, sull’accettazione della perdita, sulla fragilità dell’amore. La mamma di Dany non sapeva niente di lui e della sua vita e aveva sempre rifiutato l’idea che il figlio fosse gay. Ed i due protagonisti si chiedono in scena: “Cos’è che ci rende umani?”, “Cosa credi definisca realmente la nostra umanità?”. E dopo le tensioni i due si scoprono solidali, i loro destini finiscono per congiungersi nel nome di Dany, uniti in un canto alla vita condiviso, grazie anche alla canzone “La rondine” che finisce sempre per tornare…
“Tutti siamo noi, – si legge nelle note al testo di Clua – perché davanti ad un attacco indiscriminato tutti siamo vittime e tutti ci troviamo allo stesso bivio: odio o amore. Il nostro mondo dipenderà dalla direzione che prenderemo”.
Atto unico emozionante, raffinato e forte allo stesso tempo, incentrato sull’importanza dell’amore, sulla sincerità, sull’accettazione dell’altro nella sua verità. Uno spettacolo che, in circa 80′, attraverso la scrittura coinvolgente di Guillem Clua induce attori e pubblico ad indagare sulle proprie contraddizioni ricercando magari, attraverso le emozioni, le ragioni per diventare migliori di quelli che siamo oggi. Ben compenetrati nei loro ruoli ed estremamente convincenti i due attori, Lucia Sardo (Marta, madre e insegnante di musica colpita nell’affetto più grande) e Luigi Tabita (Matteo, amico e compagno del figlio della donna) che, con la loro interpretazione, hanno ricevuto alla fine dal pubblico ripetuti e convinti applausi.
“La Rondine” invita a riflettere per tentare di comprendere l’assurdità dell’orrore, le conseguenze dell’odio e la fragilità dell’amore nei rapporti umani. Lo spettacolo nella prossima stagione farà tappa a Roma, Napoli, Trieste, Brescia, Palermo.
La rondine (La canzone di Marta)
di Guillem Clua
Prima nazionale
Traduzione di Martina Vannucci
Adattamento di Pino Tierno
con Lucia Sardo e Luigi Tabita
Regia, ideazione scenica e video Francesco Randazzo
Assistente volontario alla regia Sebastiano Sardo
Costumi di Riccardo Cappello
Musiche originali di Massimiliano Pace
Luci di Salvo Orlando
Produzione Teatro Stabile - Catania - in collaborazione con il FAI
Coro di notte Monastero dei Benedettini - 26, 27, 28 e 29 Aprile e 4, 5 e 6 Maggio 2018
Rassegna Altrove 2018 - Visioni di teatro contemporaneo
Foto di Antonio Parrinello
L’autore
Guillem Clua, drammaturgo catalano, classe 1973, è una delle voci più innovative e versatili dell'attuale panorama teatrale. La critica ha definito il suo lavoro multidisciplinare, con una preoccupazione prioritaria per la struttura narrativa e l'argomento. Il suo obiettivo è sempre quello di raccontare storie e renderle vicine allo spettatore, usando meccanismi di intreccio, commedia o melodramma, ritmo veloce ed elementi di altri media, come la televisione, internet e cinema. La sua formazione di giornalista fa sì che il drammaturgo che è in lui non esiti a scegliere argomenti generati dai titoli della stampa: la guerra in Iraq, il conflitto palestinese, i cambiamenti climatici, i nazionalismi. I racconti che costruisce hanno altresì un livello umano, mostrando conflitti in cui i personaggi si superano in virtù della grandezza di ciò che accade loro.