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Il Piccolo Teatro della Città, in via Ciccaglione, a Catania, nell’ambito della stagione di prosa 2017-2018, ha ospitato una nuova edizione dello spettacolo “Buonanotte, mamma” di Marsha Norman, testo pluripremiato (Pulitzer nel 1983), per la regia di Romano Bernardi, con Alessandra Cacialli e Maria Rita Sgarlato.  Quello di Marsha Norman è un testo estremo, rigoroso, che affronta un argomento difficile e delicato come il suicidio. Nella vicenda il suicidio è quello di una figlia ed è annunciato, non ammettendo deroghe, alla madre. L’atto unico, di circa 80’, vede in scena due personaggi: Jessie, una quarantenne insoddisfatta, divorziata, con un figlio poco di buono e senza futuro e malata di epilessia e sua madre Thelma, vedova. Si tratta di un vero e proprio testa a testa tra le due donne che comincia con una dichiarazione di intenti e termina, ahimè, con un colpo di pistola. La figlia annuncia alla madre, fin dalle prime battute, le sue intenzioni suicide, lucide ed irreversibili e dopo averle augurato la buonanotte, si chiude a chiave nella stanza e si uccide. La madre disperata, cerca in tutti i modi di dissuaderla, racconta i suoi dolori, le sue amarezze ed i

fantasmi della vita familiare entrano così in scena e svelano un’altra realtà. La figlia non cede e l’annuncio della tragedia, del suicidio con la pistola del padre, avviene con estrema fermezza. 
Lo spettatore, fino all’ultimo, spera e si chiede: riuscirà la madre a fermare la figlia? Fra leggerezza e drammaticità “Buonanotte, mamma” racconta proprio di due determinazioni: quella di una figlia decisa ad uccidersi perché vede tutta la sua vita come un lungo fallimento e quella di una madre che cercherà fino all’ultimo di fermarla.
La vicenda si svolge all’interno delle pareti domestiche, nell’appartamento dove vivono le due donne ed in una apparente  tranquillità, le parole arrivano come pugni nello stomaco. Via via emergono verità nascoste che disorientano e colpiscono come proiettili e cresce la sofferenza.  Il mondo proposto dalla pièce solo in apparenza è al femminile, ma in realtà parla anche dell’universo maschile: del padre scomparso, del marito che ha deciso di divorziare, del figlio allo sbando, del fratello inflessibile: una serie di personaggi assenti che, però, sottolineano l’assoluta impossibilità di comunicazione tra il mondo maschile e quello femminile, oltre che quella fra madre e figlia. Molto toccante la scena della madre dietro la porta chiusa a chiave della figlia e che cerca in tutti i modi, di convincerla a non usare la pistola.
Ottima ed equilibrata, tra leggerezza e tensione, la regia dell’esperto Romano Bernardi.  La scena (l’appartamento riservato, claustrofobico e semplice, con tanto di poltrona, tv, quadri, cucina e tavolo per stirare e mangiare, caramelle e cioccolattini per riempire vuoti e scatole) è di Susanna Messina, i costumi delle sorelle Rinaldi, luci e fonica di Simone Raimondo.
La messa in scena, molto profonda, accusa, a tratti, delle pause, proprio quando i dialoghi si fanno più intensi ed aumenta la sensazione di soffocamento, ma la bravura delle due interpreti, Alessandra Cacialli  nei panni della disperata madre e Maria Rita Sgarlato (la figlia fredda, razionale e determinata), riesce a far risalire subito i ritmi.
Il pubblico alla fine ha applaudito convinto, regista ed interpreti ed un testo che è davvero di una estrema attualità (basti pensare ai suicidi che, in tutto il mondo, sono in aumento) e che consente di riflettere su aspetti quali la continua assenza della felicità – che spesso si maschera e dobbiamo essere abili per saperla vedere -, l’autodeterminazione, la libertà individuale e il diritto di decidere per se stessi che va riconosciuto a ciascuno di noi.
La pièce, che valse all’autrice il Premio Pulitzer nel 1983, al debutto sconvolse il pubblico americano per il tema trattato. Fu un successo immediato nella prima messa in scena, protagoniste Kathy Bates e Anne Pitoniak e nel 1986 - nella versione cinematografica - interpreti furono Sissy Spacek nel ruolo della figlia e Anne Bancroft in quello della madre.

Buonanotte, mamma
di Marsha Norman
Regia di  Romano Bernardi
Con Alessandra Cacialli e Maria Rita Sgarlato
Scene di Susanna  Messina
Luci e fonica di Simone Raimondo
Costumi: Sorelle Rinaldi  
Stagione Piccolo Teatro della Città - Catania -5 e 6 Maggio 2018
Produzione Teatro della Città di Catania
Foto di Dino Stornello