Nell'ambito della nona edizione del Festival “Testimonianze ricerca azioni”, che il Teatro Akropolis propone nei sui spazi di Genova Sestri e che ogni anno si allarga sempre di più alla città, i fondatori e drammaturghi David Beronio e Clemente Tafuri presentano il loro ultimo lavoro a proseguimento, in maniera e con sintassi man mano più coinvolgenti e convincenti, della loro indagine sul mito se sui fondamenti della rappresentazione, argomento sul quale si esercitano con molta coerenza. Il loro, come sappiamo, è un teatro che precede il teatro, è una scena che precede l'organizzazione scenica, è una scrittura dunque che precede la parola e che va alla ricerca, come direbbe Benjamin, dell'atto che dà il nome alle cose. È pertanto un modo di essere in scena fondato ineludibilmente sulla sottrazione, una sottrazione che deve ricercare ciò che il progressivo evolversi della rappresentazione (il nicciano passare dal dionisiaco all'apollineo) ha cancellato o meglio ha nascosto all'interno dei
propri schemi significativi e della propria sintassi.
Il corpo, allora e innanzitutto, che è ciò che di più vicino conserviamo a quel substrato naturale da cui ci siamo mossi, rialzandoci a guardare dentro e sopra di noi; e di conseguenza il movimento e il suono del nostro stesso respirare e sopravvivere.
Mescolando con pazienza questi segni preverbali i drammaturghi ricostruiscono l'immortale mito di Demetra non come rappresentazione o narrazione, ma come suggestione panica che ne cerca il fondamento.
Quest'ultimo spettacolo, poi, rappresenta a mio avviso un punto conquistato in consapevolezza e coerenza, grazie soprattutto ad un utilizzo più convincente della musica e della danza che meglio si amalgamano e così illuminano una ricerca talora un poco cerebrale.
Anche l'esito scenico è più efficace accompagnato dalla buona presenza di Domenico Carnovale, Luca Donatiello, Aurora Persico e Alessandro Rosi (quattro come le quattro stagioni che il mito ha fondato).
Continuano dunque, Beronio e Tafuri, e crescono anche teatralmente in questa loro ricerca di un teatro a metà tra la poesia e la filosofia, quasi alla ricerca di quei primitivi cenacoli da cui la tragedia antica assorbì la sua forza.
Non a caso il loro operare scenico è accompagnato da una intensa attività di ricerca come testimonia la presentazione contestuale del bel libro “Trame d'autore. Studi su Giorgio Colli” che hanno curato ed editato e che ha ricevuto un meritato riconoscimento.
Una produzione della Compagnia Teatro Akropolis, vista il 9 novembre al Teatro Akropolis di Genova Sestri, con molto pubblico giovane e molti applausi.
Il Festival nel frattempo prosegue con interessanti iniziative fino al 18 novembre.