La famiglia in molta della più recente drammaturgia, non solo italiana, è sembrata man mano diventare una sorta di laboratorio alchemico in cui, più che analizzare, sperimentare tendenze e convulsioni che si fatica a decifrare. Microcosmo di un macrocosmo caotico, di un universo sconosciuto che la circonda e che comunica con slogan e ritornelli che si sovrappongono alle maschere sociali di cui si tenta, senza esito alcuno, di liberarsi. Così anche questa drammaturgia di Irene Lamponi (da noi segnalata e pubblicata) esito interessante di un laboratorio al Valle occupato condotto da Fausto Paravidino, assembla le tipizzazioni familiari che sembrano avere sostituito, nell'esplosione di quella cellula base che è stata la famiglia, ruoli che hanno perso credibilità e soprattutto legittimazione.
Una madre bambina ed una figlia madre che regge le fila sparse di un luogo chiamato famiglia più per abitudine che per convinzione, un fidanzato ed una vicina sempre in ciabatte, dentro ad un mondo che preannuncia cantando la propria catastrofe.
Quella nota canzone, che è l'occasione per questa narrazione in scena, nasconde infatti dietro le sue note spensierate la narrazione di un disastro, l'esplosione appunto di un mondo che non si cura neanche della propria fine.
Allora come per una coazione a ripetere la famiglia diventa un luogo di ritorno che coltiva nonostante tutto il nostro desiderio di vivere.
Una drammaturgia intelligente che organizza nell'uso accorto dei contrasti e delle contraddizioni una sintassi più comica che ironica e che offre l'occasione per ripensamenti e ricollocazioni di significato nel suo transitare allegro ma non troppo.
In scena con bravura Elena Callegari, Cristina Cavalli, Irene Lamponi e Marco Rizzo. Regia accorta di Andrea Collavino. Scene di Ruben Esposito. Costumi di Daniela De Blasio. Assistente alla regia di Roxana Oana Doran. Produzione Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse. Creazione drammaturgica realizzata con il sostegno di “CRISI - Teatro Valle Occupato”, rappresentato con successo per tre anni consecutivi, come ha fatto notare a fine spettacolo la stessa Callegari che ha sottolineato di aver debuttato il primo anno al Teatro della Tosse e lì terminato con l'ultima rappresentazione.
Al Teatro della Tosse di Genova il 22 e 23 dicembre, molto applaudito dal pubblico.
Foto Donato Aquaro