Si può provare, anzi si deve cominciare, a guardare il fenomeno complesso delle migrazioni non dal punto di vista della invasione inesistente, quanto dall'angolatura della vita di tutti i giorni degli uomini e delle donne che vivono in mezzo a noi e con noi condividono, basta osservare, le esigenze essenziali di quella stessa vita, di una vita che è già una comunità straordinariamente varia, colorata e feconda. La genovese Compagnia Suq Festival e Teatro ce ne offre una interessante prova con questo spettacolo suggerito dal titolo di un famoso libro di Igiaba Scego e che si sviluppa portando in scena, e rileggendo drammaturgicamente, i segni di questa comunanza e condivisione, profumata dagli aromi del cibo, un cibo di cui si recuperano antiche radici comuni, e fatta di ricordi, musica, danza e di corpi che si dividono lo spazio. Tutto questo è “casa”, non più la mia o la tua ma la nostra, la casa che ci portiamo dentro sia nel deserto della Giordania, in Africa o in Sudamerica, in
Albania o in Ucraina, sia che approdiamo a Genova guardandoci attorno fino a che la tensione e la diffidenza si sciolgono nella festa.
Carla Peirolero, anima del Suq festival, costruisce così e ben dirige una drammaturgia dai toni leggeri e colorati, multisegnica e multietnica, fatta di rapidi passaggi che sembrano volare sulla superficie del mare ma che di quel mare che è la nostra mente mostrano profondità e legami inaspettati.
“Un sogno?”, scrive la Peirolero. Forse ma il teatro, come sappiamo, è fatto appunto di sogni che si realizzano sul palcoscenico per poi, talora, diffondersi tra di noi.
In scena, bravi a significare più che rappresentare sé stessi, attori d'occasione e no, di culture e radici diverse: Miriam Selima Fieno, Elena Nadyak, Oksana Nadyak, Carla Peirolero, Bianca Podestà, Alberto Lasso Montesinos, Preci P, Eriomina Shahaj, Melissa Zhingre e Sebàstian Zhingre.
Assistente alla regia Alberto Lasso Montesinos, consulente musicale Laura Parodi, costumi e disegno luci Elisa Ganelli.
Una produzione Suq Festival e Teatro ospite del Teatro Nazionale di Genova. Alla Sala Mercato dal 30 gennaio al 3 febbraio. Molto l'entusiasmo del pubblico presente numeroso.