Quando viene a mancare una persona come Giovanni Moretti, che tanto ha rappresentato per la cultura teatrale italiana ma che, insieme, è stato un punto di riferimento intimo e personale per chi scrive, continuamente presente nonostante lontananze e differenze, allora la mente oscilla tra quest'ultima intimità che si vorrebbe partecipe ed il ricordo di ciò che ha creato e ostinatamente costruito e difeso durante la sua intensa vita. Attore, drammaturgo e studioso che mai si è rifiutato al confronto, maestro che sempre sapeva mostrarsi prossimo, Giovanni Moretti, che si è congedato ieri con la sua consueta discrezione, è stato, anzi è importante per il teatro che amiamo, un teatro di cui ha saputo preservare e coltivare angolature, dal teatro di figura a quello aperto ai ragazzi fino al teatro di
narrazione con figure, che spesso sembravano e sembrano dissolversi coperte dal clamore della contemporaneità di un movimento diviso tra istituzionalità e ricerca.
Era nelle pieghe nascoste di quel movimento che Giovanni dava il meglio di sé. Ora è mancato e ci mancherà quel punto di riferimento e quello sguardo sempre attento ed affettuoso.