Gli anni recenti hanno spinto molti teatri a scelte rassicuranti, per il pubblico e per i propri incassi. Poca sperimentazione, talvolta, oppure poche novità, convinti che il pubblico in fondo sia abitudinario e ami vedere e rivedere i medesimi autori blockbuster. All’Elfo Puccini di Milano (corso Buenos Aires 33) sono noti proprio per pensarla all’opposto. Questa sfida alle convenzioni e ai linguaggi assodati li ha resi un punto di riferimento nel panorama teatrale contemporaneo. In questo solco, per il secondo anno di fila va in scena “Nuove Storie”, la rassegna di nuova drammaturgia diretta da Francesco Frongia, dedicata nel 2019 a Potere Politica Passione. Un filo conduttore, dunque, tiene insieme spettacoli tanto diversi per linguaggi e stili. Il tema di fondo è il legame tra la politica e il teatro, tanto
saldo qualche decennio fa quanto ridiscusso nei tempi contemporanei. A fronte di un teatro che preferisce spesso riscrivere i classici piuttosto che ricreare di nuovo, oppure che esplora i meandri dell’animo umano piuttosto che il suo agire sociale, la carrellata di pièce dell’Elfo pare voler raccontare una storia diversa.
Ci sono in scena i fatti dei nostri anni, come l’uccisione di Olof Palme, primo ministro svedese (“GUL”, 20-24 maggio, compagnia Cantieri Teatrali Koreja). Il propugnatore del welfare per eccellenza finisce ucciso in un dedalo di intrighi che coinvolgono anche la CIA, la P2 e Licio Gelli, fino ai servizi segreti del Sudafrica.
“La nipote di Mubarak” (foto di Marco Vergani) dal 27 al 30 maggio parla invece dei fatti di casa nostra, un bel monologo che ricostruisce il caso di cronaca a cavallo del gossip e della vita politica, per la regia di Vinicio Marchioni, nato dall'incontro tra Marco Vergani e Valentina Diana.
Dal 3 al 7 giugno tocca a “Echoes” (Compagnia 369 gradi), storia-intervista di un ipotetico attentatore che con la sua bomba in un centro abitato ha ammazzato un milione di persone.
Al lavoro è dedicato “Sempre domenica” (10-14 giugno) della giovane Compagnia Controcanto Collettivo. Con i loro 25 anni in media, i giovani attori narrano del cupo mondo del lavoro, senza prospettive né sogni, ma senza rinunciare all’ironia.
C’ posto anche per le congiure internazionali con Servomuto Teatro e il suo “Phoebuskartell” (17-21 giugno), una commedia su un cartello di aziende produttrici di lampadine che si accorda per ridurne la durata media.
Infine dal 24 al 28 giugno tocca a “Il Generale”, testo di Emanuele Aldrovandi e portato in scena da Ciro Masella, narrazione di un generale che dà ordini assurdi durante una guerr