Il Piccolo Teatro della Città di Catania ha ospitato, nell’ambito del percorso “Teatro Civile” del Teatro della Città - Centro di Produzione Teatrale, la pièce "Il mio nome è Caino", tratta dal romanzo scritto nel 1977 da Claudio Fava, diretta da Laura Giacobbe e prodotta da Maurizio Puglisi per Nutrimenti Terrestri, con l’elegante presenza di Ninni Bruschetta e Cettina Donato al pianoforte.
L’odierna edizione di “Il mio nome è Caino” è completamente diversa da quella vista nel 2003 dove Ninni Bruschetta si occupava solo della regia dello spettacolo che vedeva la presenza di vari personaggi, alcuni ripresi in video e c’erano poi le musiche dal vivo dei Dounia guidati da Faisal Taher. Questa nuova edizione regala allo spettatore una pièce più vicina ad un recital musical-teatrale di apprezzabile fattura, con dei contenuti di grande valenza sociale e civile. Il lavoro, in circa sessanta minuti, si avvale di una sobria scenografia (con una poltrona, una sedia, un pianoforte, un
appendiabiti rosso con un piccolo specchio ed un lampadario in ottone e cristallo) e di un gioco luci che ben delinea il personaggio chiave del killer Caino. Una riuscita fusione tra drammaturgia e note musicali, grazie all’intesa, all’impegno di Cettina Donato, pianista, compositrice e direttore d'orchestra conosciuta ed apprezzata a livello internazionale e di Ninni Bruschetta, rigoroso e convincente interprete.
Per la prima volta a teatro come attore, Ninni Bruschetta, in passato sempre nelle vesti di regista, è il killer Caino, testimone e vittima, al tempo stesso, della furibonda guerra di mafia siciliana. Accompagnato dalle brillanti note al pianoforte di Cettina Donato, che passa da una sbarazzina e tradizionale “Vitti ‘na crozza” ad una intensa “My Funny Valentine”, sussurrata in stile Chet Baker dal Caino di Ninni Bruschetta, che, con il suo smoking nero e la farfalla d'identico colore, racconta il suo percorso di esecutore della mafia, che più che comandare, come il nonno e il padre, ama far bene il proprio lavoro. Bruschetta parla con accuratezza, rigore e dovizia di particolari del suo Caino, racconta quando ha ucciso il suo quasi fratello Rosario (da qui il suo nome), quando è stato invitato dai politici corrotti, quando ha seguito il suo obiettivo Totuccio, sino a quando, nel finale, dopo aver disobbedito alla Cupola due giovani colleghi vengono mandati per eliminarlo.
Sia l’interprete che la regia lavorano molto sul personaggio Caino, autentico amministratore, dispensatore di morte, che viene analizzato aldilà dell’universo mafioso bensì come personaggio fuori dalla cronaca, costruito interamente all’interno della coscienza ed il suo racconto somiglia molto ad una ultima deposizione resa a se stesso.
Ninni Bruschetta, in totale sintonia con i puntuali interventi musicali di Cettina Donato, racconta le sue esecuzioni in prima persona dietro i microfoni presenti sul palco ed offre al pubblico un Caino che, fuori dal maleficio e dalla follia, riesce a riconoscersi una normalità, una formazione, una cultura e persino un mestiere ed usa la sua contorta morale per avvicinarci al pensiero del male. Caino ammazza con la sua calibro 38 o con l'automatica 7,65 un giudice un onorevole o un cronista di nera ed il suo è un esercizio di stile, un modo per misurare la sua vanità omicida ed i suoi proiettili colpiscono dritti al cuore. In Caino c’è una giusta dose di crudeltà, freddezza e persino ironia ed il personaggio rude, autentico, a tratti quasi romantico, a parte le sue spietate esecuzioni, il suo assurdo codice di morte, ai nostri occhi sembra quasi normale, umano e la sua mente ha una folle e sorprendente sensibilità.
Nini Bruschetta e Cettina Donato sono perfettamente incastonati nella lineare scena di Mariella Bellatone, pensata come un piano bar del passato, con le quinte nere illuminate dalle efficaci luci di Renzo Di Chio.
Alla fine calorosi applausi per lo spettacolo, per Cettina Donato e Ninni Bruschetta con quest’ultimo che si conferma anche a teatro quell’attore completo e rigoroso che da anni apprezziamo sul piccolo e grande schermo. Atto unico, intenso, che fa riflettere sull’importanza della legalità, su certi percorsi o destini già segnati e su personaggi tanto reali come Caino, così disumanamente normali e consapevoli del loro destino, più vicini a noi di quanto possiamo immaginare.
Dopo Catania "Il mio nome è Caino" sarà in tournée a Palermo il 14-15 e 16 novembre allo Spazio Franco, il 13 dicembre a Polistena (RC), il 15 dicembre ad Avola. Nel 2020 toccherà anche le città di Milano (Teatro Ciro Menotti), Roma (Teatro Brancaccino), Torino (Teatro Bellarte), Comiso (Ragusa), Corciano (Perugia) e Canicattì (Agrigento).
"Il mio nome è Caino"
di Claudio Fava
con Ninni Bruschetta e Cettina Donato al pianoforte
Regia di Laura Giacobbe
Allestimento di Mariella Bellantone
Costumi di Cinzia Preitano
Disegno Luci di Renzo Di Chio
Sound Designer Patrick Fisichella
Progetto grafico di Riccardo Bonaventura
Produzione di Maurizio Puglisi per Nutrimenti Terrestri
Rassegna Teatro Civile -Teatro della Città - Centro di Produzione Teatrale
Piccolo Teatro della Città - Catania - 8, 9 e 10 Novembre 2019
Foto Giuseppe Contarini