Tonino Conte ha rappresentato per Genova, città di precocissima adozione che aveva fatto sua restandone da subito affascinato, l'altro teatro. L'altro Teatro ovvero il teatro 'altro' rispetto al Teatro allora Stabile di Ivo Chiesa e Luigi Squarzina e ora Nazionale di Genova con la sua presenza massiccia e segnatamente istituzionale. Questo sin dai tempi ormai lontani del suo esordio alla Borsa di Arlecchino, nel palazzo della ex Borsa di Piazza de Ferrari, e dalla contestuale collaborazione con gli amici Aldo Trionfo e Lele Luzzati, e su su fino alla sua più matura creatura, quel Teatro della Tosse ora insediato nei vicoli aperti e recuperati di Piazza Sarzano e Sant'Agostino, dominanti il mare appena sopra la bella Piazza delle Erbe. In mezzo e durante le collaborazioni, lo spazio aperto e la
ribalta offerta a innovative messe in scena, come quelle dell'amico Aldo Trionfo sul palcoscenico del teatro Alcione, ma anche a suggestioni internazionali di grande spessore come l'ospitalità a Lindsay Kemp, ovvero a lavori pieni di novità come il “RAP” di Andrea Liberovici e Edoardo Sanguineti, e tanto altro.
Ieri Tonino Conte è morto, il figlio Emanuele ricorda che odiava il termine è mancato ma comunque 'ci mancherà', ponendo la parola fine ad una biografia artistica intensa e piena, nata sotto il segno dell'UBU patafisico, ora simbolo della “Tosse”, sempre sul proscenio, anche quando vecchiaia e malattia cercavano di allontanarlo, e sempre all'avanguardia in una ricerca continua di novità, e regalandoci, cosa non usuale anche nel mondo del teatro, lasciti vitali, non solo frutti ma anche germogli pronti a fiorire e fruttificare.
Scrittore e poeta, drammaturgo e regista, il suo percorso è segnato da tappe importanti in città e altrove, dall'UBU appunto esordio alla regia nel 1968 fino a quella che ci piace ricordare, di questo grande creatore di spettacoli, come una sorta di occupazione estetica della città, oltre il palcoscenico e frantumando la scena, con lavori rimasti nell'immaginario, come l'Eschilo de “I persiani” alle ex officine Ansaldo alla Fiumara, prima della loro demolizione, oppure l'Odissea alla Diga Foranea, confine tra la città e il mare del racconto omerico.
E con quelle tante altre occasioni ben riproposte nella mostra a lui dedicata a Palazzo Ducale di Genova nel 2015 in occasione dei suoi 80 anni, ricca di reperti ma soprattutto di stimoli.
Non ci saranno funerali, per suo esplicito desiderio che Emanuele ha fatto proprio, quasi ad indicare che quel confine che Tonino Conte ha attraversato forse non è così definitivo come sembra. Resta della sua vita, e la continua, il suo Teatro della Tosse con le donne e gli uomini, a partire dal figlio e dalla compagna di oggi Maria De Barbieri, che vicino a lui e alla sua famiglia piena di teatro sono vissuti e cresciuti.