Tre donne, o meglio una unica esistenza femminile vista nei suoi canonici attraversamenti, tra giovinezza inattuata, maturità irrisolta e vecchiaia, senza aggettivi perché in questa nostra affannata contemporaneità la vecchiaia è sparita da ogni monitor, da quasi ogni radar artistico e culturale, anzi sembra non essere proprio mai esistita. Eppure, questa interessante drammaturgia, la vecchiaia ce la mostra, con una lucidità ammirevole e rara e insieme con una tenerezza ed una ironia non abituali, e ce la mostra non solo come esito inevitabile del vivere di ognuno, ma anche e soprattutto come pietra di paragone direi, luogo di giudizio in cui precipita e dovrebbe trovare coerenza il senso stesso della vita. Proprio nella efficace sovrapposizione di queste tre età, viste con occhio e sensibilità femminile ma aperta e chiara a tutti, uomini o donne non importa, e nel distacco ironico che favorisce, la scrittura scenica trova la sua coerenza. I 'luoghi comuni' dunque di ognuna delle tre età diventano così scandagli, per penetrare identità condivise ma anche singolari e uniche anche per la capacità di specchiarsi l'una nell'altra, e le nostre nelle loro. La giovane colta e precaria a 600 euro al mese per
la quale il tempo non è mai abbastanza, la matura donna manager che si difende dagli assalti del tempo con la chimica e con gli illusori amanti, e l'anziana per la quale il tempo si è fermato ad un prima che non può più essere modificato, sono i 'topos' che attraversano lo spettacolo, rivalutati e corretti dalla sintassi agile e veloce, tra commedia e dramma, che li attraversa.
Poi, chissà, dopo lo spavento e l'angoscia di una dipendenza totale da persone e istituzioni (volto celato della triste attualità), un esito che non ci aspettiamo più, il recupero di ciò che si era voluto o dovuto perdere, prima o subito dopo che la luce si spenga.
Uno spettacolo di buona qualità, su un testo efficace e piuttosto moderno e lucido per questi nostri tempi, e guidato, più che recitato in scena, dalla brava Antonella Questa, che lo ha anche scritto insieme a Francesco Brandi.
Insieme ne firmano la regia facendo muovere la narrazione su un palcoscenico vuoto, bastando una sedia ed una sciarpa bianca a completare ogni scenografia.
Coreografie Magali B. Compagnie Madeleine&Alfred. Disegno luci Carolina Agostini. Una produzione Associazione LaQ-Prod vista al Festival Suq diretto da Carla Peirolero, nonostante tutto e anche per il suo continuo impegno in questa sua ventiduesima edizione. In un suggestivo teatro sul mare, al Porto Antico di Genova, Ponte Embriaco, il 3 settembre.
Un breve nota di scuderia. Già nel 2003 segnalavamo questa scrittura come Dramma.it, che meritatamente lo inserì come uno dei suoi drammi del mese. Lo si trova ancora oggi in lettura, per chi è interessato nel nostro archivio.
Foto: www.antonellaquesta.it