Pin It

«Prendi una spiga di grano, prendila tra le mani. Sfrega le palme adesso, fallo leggermente, muovendole in senso orario. Ora apri le mani e soffia: la pula vola via inutile, i chicchi di grano restano tra le mani, sono pronti a trasformarsi in pane». Si conclude così, condividendo col pubblico questo gesto, al contempo concretissimo e simbolico, “Trent’anni di grano. Autobiografia di un campo”, lo spettacolo che “Il teatro delle Ariette” (Paola Berselli, Stefano Pasquini, Maurizio Ferraresi), dopo il debutto a Matera e una replica al Festival Kilowatt, ha presentato a Castrovillari, il 9 ottobre, nel contesto fecondo come sempre del Festival “Primavera dei teatri” giunto alla sua XXI edizione. Uno spettacolo, ma anche un rito teatrale, una narrazione, un’esperienza umana calda fino alle lacrime, vissuta insieme con altri seduti, ben distanziati, a un desco - piatto, posate, tovagliolo, bicchiere - che, alla fine si arricchisce di cibo semplice. Condivisione di parole, accoglienza in un campo di grano

ben dissodato e pazientemente coltivato in trent’anni: non per vendere il grano (veramente biologico), ma per cibarsene spiritualmente e fisicamente. Racconto di un amore che non è “naturalmente per sempre”, non in quanto tale, ma si dispiega e si realizza come tale, nutre e si fa nutrire, si rafforza nella quotidianità (un diario di tre mesi, non a caso, è il cardine di questa esperienza scenica), con la forza di una passione, con la tenerezza paziente di un’accettazione totale dell’altra persona, del miracolo dell’alterità, con la fiducia operativa che non ci sono difficoltà, cadute, fragilità dei corpi, malattie, financo la morte che possano essere più forti di esso. Il tutto rappresentato dal gesto antico e affettuoso di fare il pane: farlo per davvero, con la farina impastata e ripassata con le mani da Pasquini, e poi cucinarlo in un piccolo forno che lascia venir fuori un profumo buonissimo. Fare il pane, in piedi, seduti o sdraiati su un tappeto di chicchi di grano che sembrano essere lì per dire che siamo il frutto di millenni di pane, di scelte, di storie. Paola Berselli legge, recita, racconta e tace, si commuove e ti prende per mano. Le parole, i gesti, gli sguardi e i silenzi di Pasquini completano il racconto. Qualche anno fa Giorgio Agamben, rispondendo al quesito “Che cos’è il contemporaneo?”, proponeva un percorso di consapevolezza che portasse a riconoscere nel dinamismo del presente un’operatività storica che rivelasse la complessità del nostro essere e ci rendesse capaci di uno sguardo responsabile sul futuro. Ecco, si potrebbe dire che fare il pane in uno spettacolo teatrale sia un gesto che facilmente può essere ascritto a questa operatività, a questa dimensione conoscitiva, ad un’idea più profonda e responsabile di contemporaneità.

TEATRO DELLE ARIETTE
TRENT’ANNI DI GRANO. Autobiografia di un campo (90’)
Di Paola Berselli e Stefano Pasquini
Con Paola Berselli, Maurizio Ferraresi e Stefano Pasquini
scenografia e costumi Teatro delle Ariette
regia Stefano Pasquini
segreteria organizzativa Irene Bartolini
ufficio stampa e comunicazione Raffaella Ilari
produzione Teatro delle Ariette 2019 con Fondazione Sassi Matera

foto di Angelo Maggio