Trasformare un'esperienza esistenziale direttamente in drammaturgia impone a mio avviso un complesso processo di trasfigurazione e straniamento grazie al quale la vita in scena, tanto più se si tratta di esperienze vissute e personali, non sia semplice documento o meglio documentazione ma diventi analisi e giudizio, scoperta e comunicazione nei modi dell'arte e della estetica, che si trasformi cioè da esperienza unica e in questo irripetibile in esperienza collettiva, universale e condivisibile. Questo processo, lungo un percorso di quasi 7 anni, lo racconta un interessante libro curato da Simona Maria Frigerio, che appunto raccoglie e organizza un viaggio, il viaggio della compagnia Instabili Vaganti nelle metropoli del mondo, primo secondo e terzo che sia, nel contesto del progetto internazionale Megalopolis che a partire dall'esaurimento del loro lavoro Stracci della memoria, sospeso tra memoria e viaggio, tra stabilità e transito, ha portato allo spettacolo che da il titolo al libro stesso, spettacolo che esordì al Teatro Nazionale di Genova nell'autunno 2019, alle soglie dunque del “tutti fermi” di poco successivo. Il libro comprende il testo dello spettacolo di Nicola Pianzola, nato dal consolidamento linguistico e performativo di quella esperienza complessa, le note di regia di Anna Dora Dorno che il processo di reciproca e feconda interfenza tra parola e segno scenico ben descrive, e soprattutto il bel diario di viaggio della Frigerio che miscela con efficacia analisi critica e racconto di vita, grazie anche alla sua ormai ricca esperienza di giornalismo documentaristico. Completano il volume la prefazione di Enrico Piergiacomi e una intervista della stessa Frigerio ad Angelo Pastore, allora direttore uscente del Teatro Nazionale di Genova. Un buon libro capace di comunicare e anche di emozianare chi ama il teatro e le sue a volte inattese innovazioni.
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The Global city
di Instabili Vaganti, Simona Maria Frigerio, Nicola Pianzola
Cuepress 2020
140 pagg. € 24,99