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Roberto Latini, attore, autore, regista romano di nascita e bolognese d’adozione, uno dei più geniali interpreti del panorama teatrale contemporaneo italiano è approdato con il suo Fortebraccio Teatro di Bologna, al Centro Zo di Catania, proponendo nell’ambito della rassegna “AltreScene” in collaborazione con la rete “Latitudini, la pièce “Amleto + Die Fortinbrasmaschine”, spettacolo ricco di fascino e di mille suggestioni e contenuti, complesso ed in alcuni momenti difficile da decifrare ma comunque in linea con le precedenti produzioni dello stesso autore ed interprete. Il lavoro, scritto da Roberto Latini con Barbara Weigel, circa 50 minuti intensi, coinvolgenti, a volte stranianti, vede assoluto mattatore Roberto Latini, tenebroso signore della parola, abile interprete/manipolatore di testi e di contenuti e sempre alla ricerca di nuovi significati legati all’essere, al sembrare, alla vita, al contemporaneo ed alla capacità dell’attore nell’interpretare fatti, personaggi e classici. Latini, su una

scenografia accurata e sofisticata, si muove con grande fisicità e si presenta al pubblico con un costume bianco ed una parrucca bionda, cominciando poi, tra microfoni, zeppe e tacchi a spillo o scarpe da tennis, maschere, simboli e mille richiami, ad interpretare e raccontare il suo “Amleto + Die Fortinbrasmaschine” ovvero una “riscrittura della riscrittura” in quanto tratta dall’opera di Heiner Müller “Die Hamletmaschine” scritta dall’autore tedesco alla fine degli anni ’70 e che, allo stesso tempo,  si ispirava all’opera shakespeariana.
La pièce non propone una vera e propria storia, ma bensì pezzi di storia, frutto della fusione di due opere. Con la sua voce potente, la capacità di camuffarsi, interpretare e confondersi tra i tanti personaggi, i richiami, le frasi che intrigano o confondono a volte lo spettatore, Latini si impadronisce di Amleto e lo destruttura, lo viviseziona. Ecco quindi susseguirsi, mescolarsi, il fascino di Marilyn Monroe o di “Blade Runner”, Ecuba, Lady Macbeth, Desdemona, Otello, Ofelia, “te piace ‘o presepe” o l’”Essere o non essere” recitato: mille e più suggestioni, maschere, fumo, buio e luce, fisicità, parole, suoni e musica ricercata. Dell’Amleto resta solo un briciolo di trama, quel “bla bla bla” che lui stesso accenna in chiusura di spettacolo, ma a Latini, autore/interprete, manipolatore coraggioso e profondo, infaticabile in scena, interessano i singoli frammenti del testo e il suo senso più profondo, quei rapporti etici ed esistenziali  con quello che è l’uomo oggi.
La regia attenta, lineare, connessa con il non semplice impianto scenografico, è dello stesso Latini, molto curati i movimenti di scena di Marco Mencacci, Federico Lepri e Lorenzo Martinelli, le accattivanti musiche e i suoni sono di Gianluca Misiti, le luci e tecnica di Max Mugnai.
Il lavoro certosino di Roberto Latini e di Fortebraccio Teatro (oltrepassare il classico e assorbire il mito per lasciarsi condurre al contemporaneo) meritano gli applausi reiterati, alla fine, del pubblico che premia, ancora una volta, l’interprete per la sua originalità che lo distingue nel panorama teatrale italiano.

“Amleto + Die Fortinbrasmaschine”
di e con Roberto Latini
Drammaturgia Roberto Latini, Barbara Weigel
Regia Roberto Latini
Musiche e suoni Gianluca Misiti
Luci e tecnica Max Mugnai
Movimenti di scena Marco Mencacci, Federico Lepri, Lorenzo Martinelli
Organizzazione Nicole Arbelli
Produzione Fortebraccio Teatro in collaborazione con L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino, ATER Circuito Regionale Multidisciplinare – Teatro Comunale Laura Betti, Fondazione Orizzonti d’Arte con il contributo di MiBACT e Regione Emilia-Romagna.
Rassegna “AltreScene”, in collaborazione con Latitudini (rete siciliana della scena contemporanea) - Centro Zo di Catania – 9 Aprile 2022

Foto Fabio Lovino

Roberto Latini, attore, autore e regista, romano di nascita e bolognese d’adozione, si è formato a Roma presso Il Mulino di Fiora, Studio di Recitazione e di Ricerca teatrale diretto da Perla Peragallo, dove si è diplomato nel 1992.
Tra gli altri, ha ricevuto il Premio Sipario nell'edizione 2011, il Premio Ubu 2014 come Miglior Attore e il Premio della Critica 2015. Direttore del Teatro San Martino di Bologna dal 2007 alla primavera del 2012, è il fondatore della compagnia Fortebraccio Teatro. Ha ricevuto il Premio Ubu 2017 come Miglior Attore o Performer per lo spettacolo Cantico dei Canti.