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Risate amare, riflessioni per una felicità spesso costruita per l’occasione e tante verità nel destino, nel cammino di circa vent’anni. di una famiglia con i suoi desideri, le sue debolezze, le sue miserie e che rispecchia in buona parte il nucleo familiare italiano di ieri e di oggi. E’ un amaro spaccato di due generazioni della nostra società la commedia “Per fortuna è una notte di luna” del noto autore romano Gianni Clementi messa in scena al Teatro Brancati di Catania, per l’odierna stagione di prosa, con la regia di Nicasio Anzelmo. La vicenda si svolge in un terrazzo abusivo che cambia nell’arco di vent’anni parallelamente alle vicissitudini, alle illusioni di ricchezza, di benessere e di felicità di una famiglia, quella del commerciante all’ingrosso di sanitari Achille Palmieri e dell’accomodante moglie Olga. La storia prende il via la notte di luna del 21 luglio del 1969 sulla terrazza di un palazzo signorile, dove un muratore comunista sta lavorando a un manufatto abusivo e i vari componenti della famiglia stanno preparando lo spazio all’aperto per assistere insieme all’evento televisivo dell’allunaggio che dovrebbe, secondo alcuni di loro, cambiare il destino dell’uomo. Su una terrazza palcoscenico i figli del

cavaliere Palmieri, ovvero l’adottata ed aspirante suicida Marina, il ragioniere Mario sposato con l’apprensiva ed autoritaria Immacolata, il ribelle Mariano, senz’arte ne parte e che sogna l’America. Si aggiungono poi il muratore opportunista che sposerà Marina, il fratello di Olga, Erminio, ex partigiano ed oggi visionario e Michelina, figlia di un ristoratore, che si sposerà con Mariano.
Lo spettacolo, in due tempi di circa due ore e 15’, narra le articolate vicende di una famiglia apparentemente felice, che nasconde conflitti, indecisioni, aspettative e rivela tante cattiverie gratuite. Si viene così a raccontare la storia della famiglia Palmieri e contemporaneamente quella di un popolo italiano travolto da fatti tragici come quelli di Piazza Fontana o del ritrovamento del corpo di Aldo Moro in via Caetani e che si rende conto che, alla fine, quella luna, tanto ammirata, agognata e raggiunta dall’uomo, alla gente comune non ha per nulla cambiato la vita.
La ferocia, l’attualità della storia raccontata nello spettacolo, si materializza tutta nel finale con una critica alla classe politica italiana: in scena infatti i vecchi genitori, con Immacolata ed Erminio sono ormai emarginati in un angolo mentre il figlio Mario, riunito con gli altri parenti, è deciso a candidarsi alle elezioni con un partito nuovo il cui nome rievoca il tifo calcistico, promettendo posti ai vari membri della famiglia, esempio di una società ormai dominata dalla corruzione e dall’utilizzo del potere a fini personali.
In scena nove attori per un cast ben assortito: Debora Bernardi è Olga, la moglie del capo famiglia, Filippo Brazzaventre è l’astuto commerciante proprietario dell’attività, Alessandro Idonea è il ragioniere Mario, Lucia Portale è Innocenza la moglie di Mario, Giovanna Mangiù l’insoddisfatta figlia adottiva Marina, Luigi Nicotra il figlio ribelle Mariano, Vincenzo Volo è Erminio il fratello di Olga, Plinio Milazzo è il furbo muratore comunista e Anita Indigeno l’ingenua e pratica Michelina.
L’autore Gianni Clementi è ancora una volta testimone del proprio tempo e con la risata crea con il pubblico un rapporto di empatia trasmettendo così dei messaggi importanti e verità che alla fine si rivelano spietate.
La regia di Nicasio Anzelmo, supportata dalla scena (un terrazzo che muta col passare del tempo, con tavoli, luna ammaliante e moderni componibili) di Vincenzo La Mendola e dalle canzoni del momento di Massimo Ranieri, dei Pink Floyd, di Nada, dei Bee Gees, contribuisce a rendere gradevole al pubblico il passaggio dal 21 luglio del 1969 a vicende quali la strage di piazza Fontana, il rapimento di Aldo Moro fino al 1993 che segna la fine della Prima Repubblica.
I costumi sono delle Sorelle Rinaldi, le luci di Antonio Licciardello, acconciature e trucco di Alfredo Danese.
Una commedia ironica ma che, a tratti e soprattutto nel finale, mostra tutta sua amarezza, mettendo a nudo verità e fallimenti di due generazioni a confronto e di un popolo, forse, ancora alla ricerca di una vera identità e fisionomia.

Per fortuna è una notte di luna
di Gianni Clementi
Regia di Nicasio Anzelmo
Con Filippo Brazzaventre, Debora Bernardi, Alessandro Idonea, Lucia Portale, Giovanna Mangiù, Luigi Nicotra, Plinio Milazzo, Anita Indigeno, Vincenzo Volo
Scene di Vincenzo La Mendola
Costumi di Sorelle Rinaldi
Acconciature e trucco di Alfredo Danese
Aiuto regia Anita Indigeno
Stagione di prosa Teatro Brancati Catania - 30 aprile/8 maggio 2022

Foto Dino Stornello